International Headache Society: correlazioni tra consumo di alcol e cefalea
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Quando si dice "mal di testa" si dicono tante cose: l'International Headache Society distingue ben 13 tipi di cefalea,
disturbo che non solo tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita, ma che stando alle statistiche colpisce in maniera
abituale il 20% della popolazione italiana, e che assume i contorni di una vera e propria malattia sociale.
Addentrarsi nel mondo delle cefalee vuol dire fare i conti innanzitutto con due tipi di disturbo: le cefalee primarie o
essenziali (92% dei casi) e quelle secondarie (8% dei casi). Le prime sono quelle di cui non sono ben chiare le cause, vere e
proprie malattie quali l'emicrania classica, l'emicrania comune, l'emicrania abituale e la cefalea a grappolo: a volte
cefalee di questo tipo costituiscono un vero e proprio calvario per chi ne è colpito, e comportano un sensibile peggioramento
della qualità della vita.
Le cefalee secondarie sono invece quelle che si presentano insieme ad altri sintomi, e sono scatenate da una causa ben
identificabile: per esempio, traumi cranici, infezioni virali o batteriche, otiti, mal di denti, anemie, difetti della vista.
O anche assunzione di determinati alimenti che scatenano il dolore: vediamo insieme quali sono, in questi giorni di festa e
di grandi pranzi e cene, i modi per prevenire e curare i più comuni mal di testa "da cibo".
Bisogna fare innanzitutto attenzione ai cibi che contengono sostanze dall'azione vasodilatatrice: l'allargamento dei vasi
sanguigni del cranio è infatti la causa del dolore.
I primi a salire sul banco degli imputati sono gli alcolici e il caffè, se assunto in dosi eccessive. Seguono salumi e
formaggi stagionati, il cioccolato, i cibi liofilizzati e preconfezionati, i cibi conditi con glutammato di sodio (tipici
della cucina cinese). A sorpresa troviamo anche dei frutti che avremmo detto insospettabili: fichi, avocado, fragole, susine.
Sono invece utili nella dieta per prevenire il mal di testa le verdure fresche, latte e yogurt, zucchero, pane, cereali e il
peperoncino: con questo si può abbondare, perché la capseicina che contiene sembra avere un effetto antidolorifico, e inoltre
regolarizza la vasodilatazione.
Attenzione anche alla temperatura dei cibi.
Un' altra causa di mal di testa poi è il digiuno: la carenza di zuccheri può provocare una crisi ipoglicemica, che può
causare il tipico mal di testa che ci coglie in ufficio a metà mattina o metà pomeriggio. In questo caso è bene fare una
riserva di energia con una buona colazione e fare un piccolo spuntino in grado di contrastare il calo di zuccheri.
I disturbi causati dall'assunzione occasionale di determinati cibi non sono però da confondersi con le cefalee causate da
intolleranze e allergie alimentari: in questo caso non si tratta più di un problema di vasodilatazione, ma di un mal di testa
che è sintomo di una risposta immunitaria generata dal nostro organismo quando si assume una sostanza a cui si è allergici.
In presenza di sospette intolleranze e allergie è bene rivolgersi a un medico per scoprire di che cosa si tratta. Gli esperti
di medicine alternative ci vengono in aiuto con il Vega test: rapido e non invasivo, questo test è basato su
un'apparecchiatura elettronica in grado di rilevare le alterazioni dello stato bioelettronico dell'organismo, e quindi di
identificare quelle sostanze di fronte alle quali il nostro corpo reagisce in maniera abnorme.
In base a questi test, le intolleranze che più comunemente risultano scatenare cefalee sono quella al latte vaccino, al
frumento, alle uova, al cioccolato, al tè e al caffè.