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Internet crea dipendenza al pari di alcol e droga

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Internet crea dipendenza al pari di alcol e droga

In fila al cinema, nelle auto ai semafori, o seduti al bar, non riescono a fare a meno dei loro computer, iPad o smartphone.
Hanno un bisogno ossessivo di aggiornare il loro stato su Facebook, o di comunicare con un tweet la loro posizione, manifestando

comportamenti compulsivi, tipici della dipendenza: sono i cosiddetti "drogati di Internet", il cui numero è in continuo aumento.
La netdipendenza colpisce giovani e meno giovani, causando vere e proprie crisi di astinenza e ricoveri in strutture specializzate .

Recentemente avevamo riportato i risultati di uno studio cinese, secondo il quale lo stare troppo tempo davanti al computer può causare gravi danni celebrali
Conclusioni in linea con quelle riscontrate da una nuova ricerca, effettuata nel Regno Unito dall'ente di ricerca Intersperience, che ha

condotto un esperimento su 1.000 partecipanti, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ai quali è stato chiesto di rispondere a un lungo

questionario e soprattutto di astenersi da qualsiasi uso di internet per 24 ore.
Il più grande ostacolo per gli intervistati è stato proprio questo. Per alcuni, il solo pensiero era inconcepibile. Per altri una delle cose

più difficili che avessero mai fatto, un vero e proprio incubo. Alcuni hanno riferito i sintomi tipici dell'astinenza, simili alla dipendenza

da droghe o alcol.
Le persone più giovani, hanno mostrato maggiori difficoltà nel distacco da internet rispetto, ad esempio, ai quarantenni, pochissime persone

hanno abbracciato senza riserve l'idea di una vita senza internet, anche soltanto per 24 ore. Il 53% dei partecipanti ha riconosciuto di

essere sconvolto quando gli è stato negato l'accesso al web, mentre il 40% ha indicato di sentirsi solo se impossibilitato a comunicare con

gli amici su internet.
"La tecnologia online è sempre più pervasiva - ha dichiarato Paul Hudson, amministratore delegato di Intersperience - e la nostra ricerca ne

mostra il ruolo dominante che ha assunto, influenzando le nostre amicizie, il modo di comunicare, il tessuto della nostra vita familiare, la

nostra vita lavorativa e le nostre abitudini di acquisto".

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)