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Internet: la piattaforma Tumblr banna i blog che promuovono l'anoressia

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Internet, Tumblr banna i blog che promuovono l’anoressia

In una dichiarazione riportata sul suo sito, la piattaforma semplificata di blogging Tumblr ha affermato: “Ci sono messaggi e punti di vista che fortemente si oppongono e non possono essere ospitate”. Marc LaFountain, vice presidente Tumblr, ha detto che Tumblr ha voluto rispettare la libertà di parola, ma al contempo stesso ha ritenuto importante dover proteggere i giovani che utilizzano il sito. Sostenendo come la presa di posizione è stata salutata positivamente dalla maggioranza.

Matthew Taylor, esperto di salute mentale, ha detto: “I ??siti web che promuovono atteggiamenti autolesionisti e disturbi del comportamento alimentare possono essere estremamente dannosi”. “Autolesionismo e disturbi alimentari sono gravi problemi e  Tumblr vieta i blog che promuovono queste pratiche, indirizzando invece le persone in luoghi dove possano ottenere assistenza e supporto”. Il mese scorso la società ha annunciato l’intenzione di modificare la sua politica escludendo post e blog che promuovono anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari così come quelle che sostengono il suicidio o autolesionismo.

Tumblr ha fatto sapere ai suoi utenti: “Non permetteremo la creazione di blog dedicati ad auto-lesionismo, ma al contempo stesso non si agirà contro i blog impegnati nella discussione, sostegno, incoraggiamento e documentare delle esperienze di coloro che si occupano di anoressia, bulimia e altri forme di autolesionismo “. La scorsa settimana, Claire Mysko di Neda (National Eating Disorders Association) ha riscontrato come la piattaforma abbia attirato user che ricercavano in materia di anoressia.

Anche Facebook e YouTube hanno politiche per prevenire i contenuti che promovuono l’autolesionismo. Twitter non ha regole specifiche contro i contenuti relativi ai disturbi alimentari e autolesionismo ma nel social network è possibile segnalare la presenza di contenuti offensivi.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)