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Internet, social network e videopoker: le nuove dipendenze

cufrad news alcologia Internet, social network e videopoker: le nuove dipendenze e gli effetti sugli adolescenti

Internet, social network e videopoker: le nuove dipendenze. Nessuno di noi ha un comportamento normale!

La diffusione di nuove dipendenze sono, benché difficili da diagnosticare, in aumento e purtroppo di difficile cura. “Chi di noi almeno una volta non ha acquistato un gratta e vinci?” E’ la provocatoria domanda dello psicoterapeuta  Alessandro Cortiana, all’inizio dell’incontro organizzato dall’associazione culturale Suono & Movimento che si è svolto a Schio.La serata, allietata dal sound della band living room trio è stato il terzo appuntamento di un ciclo di incontri proposto dalla giovane associazione culturale creata e sostenuta dai giovanissimi Stefano Dalfovo e Nicola Faccin. Il proposito, originalissimo, quello di unire musica e salute.

L’altra sera l’argomento era di straordinaria attualità ed interesse: “Internet, social network e videopoker: il pericolo delle nuove dipendenze.”


Cortiana con sapiente semplicità, ha analizzato l’aspetto prevalente della moderna società consumistica che induce in tutti noi una “pressione” alla dipendenza. Al giorno d’oggi esistono infatti molte più dipendenze: Un tempo si consideravano dipendenti solo i tossicodipendenti (dipendenti da droghe) e forse gli alcolisti (dato la diffusione delle bevande alcoliche). Oggi psicoterapeuti e sociologi, cominciano a registrare le prime statistiche di una popolazione dipendente da altre sostanze, oggetti o comportamenti. Si può pertanto essere dipendenti da Internet, Tv, videogiochi, cellulare, farmaci, sesso ma anche dall’ossessione della forma fisica, sport, lavoro. Anche l’acquisto compulsivo è una forma di dipendenza.

Molto spesso le persone diventano dipendenti a causa di una loro “fragilità costituzionale” su cui agiscono forti condizionamenti ambientali ( contesto sociale, pubblicità, mode ecc). In pratica i soggetti frustrati dall’impossibilità di “avere” o di “apparire” ricercano in un oggetto, una sostanza o un comportamento un bisogno di benessere che non riescono e ricevere da una normale vita di relazione.Quasi sempre “il dipendente” è convinto di non esserlo e ripete a se stesso e agli altri che “smette quando vuole”. Non è che la prima di una serie infinita di menzogne che celano l’unico interesse che gli preme: “la ricerca del piacere perduto”. Purtroppo molto spesso tutto il resto ( lavoro, affetti ecc.) perde di importanza e nei casi più gravi il soggetto arriva all’autodistruzione.Mentre un tempo i soggetti dipendenti erano molto più riconoscibili perché associati a comportamenti, o stili di vita “fuori dalla società”, oggi, chi soffre di dipendenza da videopoker, da internet od altro è meno appariscente perché si cela dietro comportamenti comuni ed apparentemente “normali”. Tuttavia, “la normalità” è un falso mito, evidenzia Cortiana, in psichiatria, si deve considerare l’equilibrio. Le nuove dipendenze, proprio perché celate dietro comportamenti comuni, sono molto difficili da diagnosticare e purtroppo anche molto più difficili da curare. Tutti noi usiamo Internet, guardiamo la Tv o chattiamo su twitter o facebook ed è logico chiedersi quindi quale sia il punto di equilibrio. Cortiana con empirismo, propone un piccola regola di autodiagnosi: la privazione. Infatti, per quanto piacevole o utile ogni negazione di un bisogno, se non è di primaria importanza ( fame, sete, sonno), pur causandoci una frustrazione non dovrebbe mai farci sprofondare nella depressione. La capacità di restare un giorno senza internet, cellulare, od altre diffuse comodità d’oggi, oltre che un buon proposito è pertanto anche un piccolo esercizio per conoscere meglio noi stessi misurando il nostro grado di dipendenza.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)