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Intervista a un alcolista: i dodici passi da compiere per uscire dal problema

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Intervista con un alcolista, ecco i dodici passi da compiere per riuscire a tirarsene fuori

TERMOLI. Ha voluto incontrarci ieri mattina uno dei membri del Club degli Alcolisti anonimi termolesi allo scopo di ringraziarci per l'attenzione posta al problema ‘alcolismo' durante le scorse settimane.


Per l'alcolista: "gli articoli pubblicati sono stati un mezzo di sprono per tutti noi che abbiamo discusso sulle vostre parole e vogliamo ringraziarvi per il considerarci persone con delle nostre storie, pur complesse, ma personalissime che di norma non interessano altri organi di stampa se non per qualche sondaggio o per qualche grave episodio. Noi, infatti, siamo costantemente lasciati soli nonostante il nostro combattere quotidianamente questo problema, quei vostri testi inoltre, sono stata opportunità per accogliere un nuovo membro che, letto l'articolo attraverso il monitor di un bar del centro, ci ha cercato e ha deciso di frequentare i nostri incontri e iniziare la lunga lotta delle 24 ore".


24 ore, appena un giorno, è questa la prima sfida di un alcolista: rinunciare all'alcool per 24 ore e rivivere questa rinuncia il giorno dopo. "Non è facile - assicura il membro del club che ci ha contattato - anche io l'ho passato e ancora oggi combatto nell'intento di superare la fatidica giornata".


Sono Alcolisti Anonimi, uomini e donne che mettono in comune la loro esperienza, forza e speranza con lo scopo di risolvere questo grave problema comune e di testimoniare e aiutare altre persone a riafferrare la propria vita forgiati dall'unico requisito necessario a far parte del club: desiderare di smettere di bere. Si autofinanziano, non sono affiliati ad alcun credo religioso, idea politica, organizzazione o istituzione e puntano a rimanere sobri e aiutare altri alcolisti a raggiungere la sobrietà.


L'anonimato è la caratteristica dei singoli alcolisti, ma l'Associazione ha volti e nomi, referenti e luoghi pubblici d'incontro, come il club termolese che ha sede e s'incontra nei locali parrocchiali di Santa Maria degli Angeli ogni domenica a partire dalle 18 (dalle 19 dall'1 giugno).
L'anonimato che caratterizza questi membri, quindi, è uno dei pilastri su cui è costruito il Programma di recupero, basato sui fatidici "12 passi"; tale vincolo è nato per la paura relativa all'epoca in cui gli alcolisti venivano considerati dei degenerati, dei matti o delle persone da evitare; questi pregiudizi e questi modelli culturali sono ormai ampiamente superati, ma regna ancora la vergogna di chi non vuole riconoscere il problema.


Il programma degli A.A. si sviluppa sui cosiddetti "dodici passi":
1) Abbiamo ammesso di essere impotenti di fronte all'alcol e che le nostre vite erano divenute incontrollabili.
2) Siamo giunti a credere che un Potere più grande di noi potrebbe ricondurci alla ragione.
3) Abbiamo preso la decisione di affidare le nostre volontà e le nostre vite alla cura di Dio, come noi potemmo concepirLo.
4) Abbiamo fatto un inventario morale profondo e senza paura di noi stessi.
5) Abbiamo ammesso di fronte a Dio, a noi stessi e a un altro essere umano, l'esatta natura dei nostri torti.
6) Eravamo completamente pronti ad accettare che Dio eliminasse tutti questi difetti di carattere.
7) Gli abbiamo chiesto con umiltà di eliminare i nostri difetti.
8) Abbiamo fatto un elenco di tutte le persone cui abbiamo fatto del male e siamo diventati pronti a rimediare ai danni recati loro.
9) Abbiamo fatto direttamente ammenda verso tali persone, laddove possibile, tranne quando, così facendo, avremmo potuto recare danno a loro oppure ad altri.
10) Abbiamo continuato a fare il nostro inventario personale e, quando ci siamo trovati in torto, lo abbiamo subito ammesso.
11) Abbiamo cercato attraverso la preghiera e la meditazione di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, come noi potemmo concepirLo, pregandoLo solo di farci conoscere la Sua volontà nei nostri riguardi e di darci la forza di eseguirla.
12) Avendo ottenuto un risveglio spirituale come risultato di questi Passi, abbiamo cercato di portare questo messaggio agli alcolisti e di mettere in pratica questi principi in tutte le nostre attività.


Da queste consapevolezze parte tutto ...
Ora beve solo analcolici l'uomo incontrato e stamane, dinanzi a un nero e bollente caffè, ci ha confidato la speranza di vederci proseguire nella trattazione di temi sociali quali l'alcolismo: "Esistono decine e decine di dipendenze delle quali poter parlare, dipendenze che incrinano rapporti sociali e familiari e danno all'uomo la paura dell'esser solo. Vi invito a perseverare perché la nostra forza è non sentirci soli e la vostra forza deve essere l'opportunità di raccontare le nostre esperienze perché siamo ancora (e purtroppo) pochi a decidere di uscire da questo disagio. Secondo alcuni studi nazionali, infatti, ci sono quattro alcolisti ogni cento individui: una situazione allarmante per la quale occorre lavorare insieme perché, oggi, a bere e soffrire della non riconosciuta patologia sono sempre più minorenni.


È brutto, inoltre, sentire di giovani alcolisti che temono solo per la propria patente e dimenticano la propria vita e quella di chi li ama. Come alcolisti siamo tutti malati, malati per la vita intera, ma a differenza di altre patologie, possiamo uscirne, possiamo guarire ed essere felici riuscendo a combattere i problemi della vita con la forza, gli affetti e l'audacia che contraddistingue ogni persona e non con il rifugiarsi nell'alcool che rende deboli e spezza sogni, affetti, futuro e le nostre stesse vite".


Giovanni Perilli


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)