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Iperattività infantile e futura tendenza ai comportamenti di dipendenza

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Iperattività infantile: il 30% dei bambini si porterà nell'età adulta questo disturbo

Iperattivi, disattenti, troppo impulsivi: i bambini e gli adolescenti con Adhd, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, hanno spesso problemi di apprendimento, non si concentrano, si muovono in continuazione, diventando l'incubo di genitori e insegnanti, che difficilmente riescono a gestirli senza un'adeguata preparazione.

Il disturbo, spesso sottostimato o sovrastimato, colpisce in Italia circa l'1% della popolazione tra i 6 e i 18 anni. La sua comparsa avviene nell'età evolutiva, ma può permanere anche nell'adulto. Quasi un bambino su tre con Adhd, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, crescerà portandosi dietro questo disturbo o svilupperà altre forme di disagio (come ansia e depressione).

Tutto ciò emerge da un'indagine dell'Ospedale Pediatrico di Boston e pubblicata su "Pediatrics". Lo studio ha coinvolto quasi 6000 giovani nati tra il 1976 e il 1982 ed è il primo ad aver esaminato un campione così vasto seguendolo per un periodo che va dall'età pediatrica a quella adulta.
L'Adhd (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), è la sigla della sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Questo disturbo comprende un comportamento inattento, impulsivo e c'è iperattività motoria che rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini.

Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale che nel 70-80% dei casi coesiste con uno o più altri disturbi (fenomeno definito comorbilità). La coesistenza di più disturbi aggrava la sintomatologia rendendo complessa sia la diagnosi sia la terapia.
Quelli più frequentemente associati sono il disturbo oppositivo-provocatorio e i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc.), i disturbi d'ansia e, con minore frequenza, la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da tic, il disturbo bipolare.
Per la cura, di tipo psicoeducativo o farmacologico, la diagnosi è fondamentale, ma richiede competenza e tempo. Il vero obiettivo è intervenire ancora prima, identificando i bambini a rischio già nella scuola materna e nei primi anni delle elementari per agire in modo mirato.
In questo contesto pediatri e medici di famiglia preparati possono segnalare tempestivamente i primi segnali sospetti, rendendo più semplice l'intervento degli specialisti. Se la sindrome viene riconosciuta precocemente e il bambino è indirizzato verso cure adeguate, i risultati sono abbastanza buoni e il rischio di complicanze durante l'adolescenza si riduce.
Se non viene curata, l'Adhd porta all'insuccesso scolastico e a difficoltà di integrazione con i coetanei, con conseguente riduzione dell'autostima e depressione, fino all'isolamento. Può accompagnarsi anche a problemi psicologici diversi, come i disturbi d'ansia e, con minore frequenza, epressione, disturbo ossessivo compulsivo, tic, disturbo bipolare.

Crescendo, l'iperattività diminuisce, perché i ragazzi riescono a controllare e regolare il movimento, ma resta il deficit dell'attenzione e l'impulsività, causa di abbandono degli studi, abuso di sostanze stupefacenti e alcolismo.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)