Irpinia: dati sul consumo di alcol
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L'abuso di alcool in Irpinia è sottovalutato
L'alcol insieme al fumo, all'attività fisica e all'alimentazione ha assunto nell'ambito della promozione degli stili di vita
sani, un'importanza sempre maggiore per le conseguenze che il suo uso eccessivo può avere soprattutto per i giovani. L'abuso
di alcol produce, sempre più spesso, comportamenti a rischio sia per se stessi che per gli altri (quali guida pericolosa,
comportamenti sessuali a rischio, infortuni e lavoro in condizioni psico-fisiche inadeguate, violenza). L'alcol è inoltre
considerato, assieme al fumo, una ‘porta d'ingresso' verso il consumo di sostante d'abuso. Il danno causato dall'alcol, oltre
che al bevitore, si estende alle famiglie e alla collettività, gravando - in ultima istanza- sull'intera società: si stima,
infatti, che i problemi di salute indotti dal consumo/abuso di prodotti alcolici siano responsabili del 9% della spesa
sanitaria. Secondo l'OMS, le persone a rischio particolare di conseguenza sfavorevoli dovute all'alcol sono quelle che bevono
fuori pasto, i forti consumatori (coloro, cioè, che consumano più di 3 unità alcoliche al giorno per gli uomini e più di 2
per le donne) e quelle che indulgono in grandi bevute o binge drink (consumo di almeno una colta al mese di 6 o più unità di
bevanda alcolica in un'unica occasione). I medici e gli altri operatori, quindi, possono svolgere un ruolo importante nella
prevenzione dell'abuso di alcol. Il ‘Rapporto Passi' ha messo in luce che presso la ASL AV2 il 32,2% delle persone
intervistate ha riferito di aver bevuto - nell'ultimo mese - almeno una bevanda alcolica. Le percentuali più alte di
consumatori alcolici si sono registrate nella fascia di età compresa fra i 35 e i 49 anni. Inoltre, i dati ricavati dalle
interviste, hanno evidenziato che la percentuale di consumatori di alcol è significativamente maggiore negli uomini. Il 70,5%
degli intervistati ha dichiarato di consumare alcol durante tutta la settimana, mentre il restante 29,5% di farne uso solo
nel fine settimana. Tra i dati di maggiore interesse va citato quello relativo al consumo di alcol significativamente
maggiore nelle persone con livello di istruzione alta e senza difficoltà economica. Complessivamente il 7% degli intervistati
può essere considerato un consumatore a rischio: infatti il 4,8% della popolazione ha riferito di aver bevuto nell'ultimo
mese prevalentemente o solo fuori pasto; il 3% è un bevitore ‘binge'(cioè nell'ultimo mese ha bevuto almeno una volta 6 o più
unità alcoliche in una sola occasione); lo 0,7% può essere considerato un forte bevitore (più di 3 unità alcoliche al
giorno).
Tra i dati più interessanti va considerata la particolare figura del bevitore ‘binge' che risulta molto diffuso nella fascia
d'età compresa fra i 18 e i 49 anni. Anche questa particolare categoria di consumatori alcolici è rappresentata da persone
con livello di istruzione alta e senza difficoltà economiche. Nella ASL di Avellino solo il 6,6% degli intervistati ha
riferito di aver ricevuto informazioni dal proprio medico sui comportamenti in relazione al consumo di alcol. Addirittura,
tra i bevitori a rischio, la percentuale di coloro che hanno ricevuto il consiglio di bere meno è pari a zero.
In conclusione, dal ‘Rapporto Passi 2007'è emerso che il 32,2% della popolazione tra i 18 e i 69 anni consuma bevande
alcoliche e, tra questi, il 7% ha abitudini di consumo considerate a rischio. I risultati dell'indagine hanno evidenziato una
attenzione scarsa degli operatori sanitari, che solo raramente si informano sulle abitudini dei loro pazienti in relazione al
consumo di alcol. I rischi associati all'alcol sembrano venire sottostimati probabilmente per il carattere diffuso dell'
abitudine e per la sovrastima dei benefici che possono derivare dal suo consumo in quantità molto modeste. Pertanto è
necessario diffondere maggiormente la percezione del rischio collegato al consumo dell'alcol sia nella popolazione generale
che negli operatori sanitari. Le strategie d'intervento, come per il fumo, devono mirare a realizzare azioni coordinate nel
tempo nell'ambito delle attività di informazione ed educazione, in particolare coinvolgendo famiglia, scuola e società, col
supporto importante dei mass-media.