Irvine Child Development Center: la famiglia al centro della prevenzione
Irvine Child Development Center: la famiglia al centro della prevenzione
Il contributo delle neuroscienze nel contesto educativo, è questo il tema affrontato nell'ultima sessione del congresso
nazionale "Neuroscience of Addiction. Neurobiologia, neuroimaging e aspetti educativi nelle dipendenze", organizzato a Verona
dal Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 di Verona in collaborazione con il Dipartimento Politiche Antidroga della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ad illustrare una interessante esperienza dell'Irvine Child Development Center (CDC) dell'Università della California, sono
le dottoresse Sabrina Schuck, Angela Liang e Nicola Byford. Questi interventi, sviluppati sulla base della psicologia
comportamentale, attraverso il programma "Token Economy" stimolano l'acquisizione da parte dei bambini di abilità e
competenze facendo perno sulla motivazione, utilizzando sistemi di gratificazione e ricompensa. Ma il programma non si
rivolge solo ai bambini con deficit di apprendimento e problemi comportamentali e coinvolge l'intero nucleo familiare, così
da estendere il lavoro svolto a scuola anche a casa, rafforzando le abilità acquisite, creando un percorso coerente e
garantendone la continuità.
La comunicazione, la collaborazione, il compromesso e la coerenza tra il nucleo scolastico e quello familiare vengono
sottolineati e rafforzati come elementi chiave per il successo del rapporto genitori-figli, spiega la dottoressa Liang, che
si occupa dei programmi rivolti al nucleo familiare. Attraverso la formazione i genitori hanno la possibilità di apprendere
le tecniche necessarie ad affrontare e gestire i comportamenti difficili dei propri figli, rafforzando e sviluppando un
miglior rapporto genitori-figli.
Un campo di applicazione molto utile è quello delle attività sportive, infatti un "buon sportivo" deve essere in grado di
rispettare le regole e l'avversario, aiutare e collaborare con i compagni di squadra, essere gentile e utilizzare parole
gentili nei confronti di altri. Attraverso la stimolazione di sentimenti positivi, sostiene Nicola Byford, i bambini
acquisiscono nuove competenze nell'espressione e nella verbalizzazione dei propri sentimenti ed emozioni (rabbia, dolore,
felicità).