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ISS: allarme alcol tra i giovanissimi

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Allarme alcol tra i giovanissimi

Indagine nelle scuole dell'Emilia Romagna: il 3,38% dei ragazzini di 11 anni beve una volta alla settimana. In Italia ci sono circa 500 mila

consumatori quindicenni. E l'emergenza riguarda soprattutto le ragazzine
Sono giovani, a volte giovanissimi. Le sigarette non li attirano particolarmente, la cannabis invece piace un po' di più, ma sul podio sale

l'alcol. Da un'indagine dell'Istituto superiore di sanità su 214 classi di medie e superiori della regione Emilia Romagna, risulta che il

3,38% dei ragazzini di 11 anni beve alcol una volta alla settimana, lo fa il 7,48% dei tredicenni e addirittura il 25,88% dei quindicenni. È

vero che la maggioranza degli undicenni (il 66%) dice di non bere mai, come il 47% dei tredicenni. Ma solo il 20% dei quindicenni è

totalmente astemio: una buona parte, il 33%, lo fa raramente, come anche il 35% dei ragazzi di 13 anni e il 25% di quelli di 11.
C'è poi una percentuale che dichiara di bere alcolici ogni giorno: il 2% degli undicenni, il 2,39% dei tredicenni e il 6,28% dei tredicenni.

Il fine settimana è il momento in cui si alza il gomito più facilmente, lo fa il sabato e la domenica il 6% dei ragazzi di undici anni e il

9% di quelli di 13. La ricerca è stata presentata a pochi giorni di distanza dalla diffusione del dati nazionali dell'Istituto superiore di

sanità sul consumo di alcol.
Al di sotto dei 15 anni ci sono circa 500 consumatori di alcol in Italia. La prevalenza dei consumatori a rischio nel 2009 è pari al 15,8%

della popolazione di età superiore a 11 anni, con una consistente differenza di genere (25% dei maschi, 7,3% delle femmine). L'analisi per

classi di età mostra che sono a rischio il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di sotto dell'età legale per bere alcol che è

fissata ai 16 anni, valori che dovrebbero essere pari a zero e che invece identificano circa 475.000 minori che hanno adottato almeno un

comportamento a rischio alcol-correlato. "Preoccupano in particolare le preadolescenti" commenta Emanuele Scafato, Direttore

dell'Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps e direttore scientifico dell'Apd. "Tra le 11-15enni si registra una media di consumatrici nettamente

superiore alla media femminile italiana, tripla rispetto a quella delle donne adulte e comunque superiore a quella registrata per tutte le

classi di età esaminate".
Si tratta soprattutto di binge drinking e consumo fuori pasto, quest'ultimo cresciuto negli ultimi quindici anni, in maggioranza tra i

giovanissimi di 14-17 anni, e in particolare tra le ragazze, che spesso si ritrovano in orario di scuola a casa di uno di loro a bere

alcolici mentre i genitori ignari sono al lavoro. Bere alcolici e superalcolici in grandi quantitativi in un lasso di tempo relativamente

breve mette a dura prova il fisico di chiunque. Ma per i ragazzini i rischi aumentano. "Al di sotto dei 15 anni i ragazzini sono considerati

a rischio intossicazione. Il loro fisico non riesce a metabolizzare l'alcol e anche una piccola quantità può diventare tossica" spiega

Scafato. "Basta pensare che il 17% per cento delle persone che arrivano in un pronto soccorso con un'intossicazione da alcol ha meno di 14

anni. A volte bastano due bicchieri per mandare un ragazzino di 11 anni in coma etilico". E il problema binge drinking (consumo di sei o più

unità alcoliche in un'unica occasione) ha effetti anche sulla memoria dei ragazzi. Lo rivela una ricerca dell'università di Santiago di

Compostela, appena pubblicata sulla rivista Alcoholism: Clinical&Experiment Research che conferma quanto le grandi bevute portano a una

minore capacità di apprendere nuove informazioni verbali per gli studenti.
Secondo i dati dell'Iss, spesso le cattive abitudini nascono in famiglia. Il bicchierino di vino che si incomincia a bere quasi per gioco a

tavola con mamma e papà, può diventare un problema. "Succede quando sono poco più che bambini. E' un problema culturale. Per questo è

necessario innalzare il livello di consapevolezza delle famiglie e tutelare i minori" dice Scafato.
Gli esperti consigliano di non sottovalutare anche gli episodi minori. "Bisogna intercettare precocemente il consumo di alcol. Dopo una

bravata, è necessario seguire il ragazzo e evitare che prenda cattive abitudini. E' importante anche il ruolo dei pediatri che con poche

domande possono capire se c'è qualche cosa che non va. Il monitoraggio è fondamentale" conclude Scafato.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)