ISS: consumo di alcol e danni permanenti all'ippocampo, correlazioni
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Qualche mese di abuso di alcol, magari nel fine settimana, per un ragazzo o una ragazza è sufficiente a riportare danni
irreparabili al cervello, con una perdita del 10-20% delle capacità di orientamento e memoria. E' un meccanismo messo in
evidenza dagli esperti, in seguito ad un'indagine su un campione di 16-18enni realizzata dall'Osservatorio Nazionale Alcol
dell'Istituto Superiore di Sanità, coordinato da Emanuele Scafato, ricercatore dell'Iss e presidente della Società Italiana
di Alcologia. Il processo si spiega partendo dal presupposto che l'alcol è tossico per il cervello.
L'organismo di un ragazzo o una ragazza di 15 anni "non è in grado di spezzare la molecola dell'alcol - afferma Scafato - che
circola immodificata, interagendo principalmente con le cellule ricche di grassi. Nel cervello ci sono molte di queste
cellule e i fosfolipidi di membrana rappresentano il bersaglio dell'azione solvente dell'alcol, che determina la distruzione
irreversibile dei neuroni".
Il processo, secondo Scafato, è stato "volgarizzato in maniera efficace: l'alcol brucia il cervello". "Spesso non occorre
assumere quantità spropositate di alcol - prosegue Scafato - ma è sufficiente l'incapacità fisiologica di metabolizzazione
tipica dell'età giovanile e l'abitudine protratta per qualche mese di abuso alcolico per avere effetti visibili anche alla
risonanza magnetica", con una perdita di massa cerebrale a livello dell'ippocampo.
L'ippocampo è "il nostro navigatore - sottolinea Scafato - capace di orientarci in senso visivo e spaziale ed è anche un'area
sensibile poiché dedicata alla memoria". Quando muoiono le cellule dell'ippocampo, quest'area si restringe e "si registrano
deficit cognitivi nella capacità di memorizzazione e la perdita parziale dell'abilità nell'orientamento, con un calo del 10-
20% delle capacità fisiologiche. Questo fenomeno, peraltro, predispone ad un maggior rischio di demenza dopo i 65 anni".