ISS: domande frequenti su alcol e COVID-19
Domande frequenti su alcol e COVID-19
1. Le persone che bevono alcolici hanno un rischio maggiore di infezione da COVID-19?
Il consumo di alcol è associato a una serie di malattie trasmissibili, non trasmissibili e di salute mentale, che possono rendere una persona più vulnerabile all’infezione da COVID-19. In particolare, poiché l’alcol compromette il sistema immunitario, vi è una maggiore probabilità di essere infettati dal virus e di esiti avversi per la salute. L’abuso di alcol è anche un fattore di rischio per la polmonite e altre infezioni polmonari e lo sviluppo della sindrome da stress respiratorio acuto (ARDS), che è una delle principali complicanze da COVID-19. Evidenze preliminari suggeriscono che il consumo cronico di alcol sia un probabile fattore di rischio di complicanze da COVID-19, ma al momento le informazioni non vengono raccolte dai pazienti in modo sistematico.
2. Esistono altri rischi sanitari e sociali associati all’alcol e COVID-19?
Oltre ai rischi per le persone, i governi dovrebbero prendere in considerazione i seguenti aspetti in termini di salute, sicurezza ed economia, in particolare in relazione al consumo di alcol durante il lockdown e l’autoisolamento:
- Le persone potrebbero utilizzare le scarse risorse economiche disponibili per procurarsi bevande alcoliche invece di usarle per beni essenziali necessari a causa delle circostanze economiche dovute alla pandemia.
- Le persone potrebbero bere maggiori quantità di alcol per affrontare lo stress o la noia; è probabile che ciò provochi o intensifichi problemi di salute mentale, aumentando di conseguenza il rischio di ansia e depressione.
- Bere regolarmente porta a una maggiore tolleranza all’alcol; alcune persone hanno bisogno di consumare maggiori quantità di alcol per ottenere le stesse sensazioni, aumentando così il rischio di diventare alcoldipendenti e di sviluppare altre malattie croniche.
- È noto che l’alcol interferisce con i ritmi del sonno. Bere a fine giornata può causare un’alterazione del ritmo sonno-veglia che non permettono di riposare in quanto si verificano frequenti risvegli durante la notte. Ciò può provocare irritabilità o ansia durante il giorno successivo, interferendo con la routine quotidiana e l’equilibrio tra lavoro e vita privata, in persone già stressate dalle sfide imposte dal telelavoro.
- Bere alcol può diventare un’abitudine per aiutare la socializzazione online e durante i periodi di telelavoro durante la pandemia.
- La promozione di eventi online, durante i quali il consumo di alcol è normalizzato, può moltiplicare le occasioni di consumo e aumentare il consumo nella popolazione, favorendo così i danni acuti e a lungo termine.
- Il consumo di alcol in isolamento domiciliare può causare un aumento dei fenomeni di violenza familiare e domestica, di traumi dovuti a cadute e ustioni, di gesti autolesivi (compresi i suicidi e i tentativi di suicidio) e di abusi su minori.
- Un probabile aumento del consumo di alcol durante i periodi di lockdown (come già osservato in alcuni paesi) può causare patologie alcol-correlate, come avvelenamenti ed emergenze cardiovascolari, patologie che vanno inevitabilmente ad appesantire gli ospedali, già sovraccarichi di pazienti con COVID-19.
- Gli operatori sanitari possono aumentare il loro consumo di alcolici per affrontare lo stress dovuto all’aumento del carico di lavoro, mettendo così in pericolo se stessi e gli altri. Bambini e giovani possono avere un accesso facilitato alle bevande alcoliche accumulate in casa, e possono essere più esposti al bere dei genitori; questo potrebbe causare un’iniziazione precoce al consumo di alcolici e/o un incremento dei loro consumi, mettendoli a maggior rischio di problemi alcol correlati.
3. Esistono minacce particolari per le persone con alcol dipendenza?
È fondamentale che gli alcoldipendenti ricevano il supporto, l’attenzione e l’aiuto di cui hanno bisogno durante la pandemia da COVID-19. L’aumento dei livelli di stress, l’isolamento, i sintomi di astinenza (come i tremori, la nausea, il desiderio di assumere alcolici) e le difficoltà nell’accesso ai servizi e ai gruppi di supporto possono aumentare i rischi per le persone alcol dipendenti, incluso il rischio di morte. I servizi per l’alcoldipendenza dovrebbero essere consapevoli di questi rischi, e le linee di assistenza e i servizi di supporto associati dovrebbero essere rafforzati durante la pandemia, offrendo opzioni online specifiche per chi è in quarantena o in autoisolamento. Dovrebbero essere fornite opportunità di formazione specifiche per gli operatori sanitari, insieme a forme di intervento e trattamento (come hotline e servizi online) adattate al lockdown. Dovrebbe essere data particolare attenzione alle persone anziane alcoldipendenti, in quanto particolarmente vulnerabili a COVID-19, nonché alle persone che vivono da sole o che non dispongono di una rete di supporto sociale. Astenersi dal consumare alcol stando in casa è possibile, ma deve essere monitorato dagli operatori sanitari e, quando i sintomi peggiorano, possono essere necessari ricoveri ospedalieri o medicinali soggetti a prescrizione. Se chi ha avuto in precedenza gravi sintomi da astinenza sta bevendo e vuole smettere, o non ha più accesso all’alcol, dovrebbe cercare un aiuto professionale.
4. In che modo l’alcol influenza i gruppi più vulnerabili, come i senzatetto, durante la pandemia da COVID-19?
Nel complesso, è importante ricordare che il COVID-19 ha un effetto sproporzionato sulle persone più vulnerabili, compresi i senzatetto e i carcerati1. I senzatetto non possono auto-isolarsi in casa per ovvie ragioni, eppure sono più esposti al rischio di problematiche legate al consumo di alcol e sostanze stupefacenti. Per i senzatetto con dipendenza da alcol, per evitare sintomi di astinenza, bere alcol è un bisogno fondamentale ancora prima del cibo, del vestiario e del riparo. Inoltre, i senzatetto hanno spesso problemi di salute mentale e fisica, carenze nutrizionali, e un accesso limitato alle informazioni sul COVID-19, incluso come proteggersi dall’infezione. Hanno meno relazioni sociali, che possono diminuire ancora di più durante la pandemia, portando all’isolamento e alla disperazione, e all’aumento del consumo di alcol o droghe per far fronte alla loro situazione. Essendo l’alcol una delle poche sostanze per le quali l’astinenza può essere letale, può essere molto difficile per i senzatetto con problemi di alcoldipendenza persino pensare di bere meno o rimanere sobri. È quindi fondamentale disporre di servizi sanitari e territoriali in grado di garantire l’accesso ai farmaci salvavita e alle cure essenziali, oltre ai ripari di emergenza o altri tipi di supporto abitativo.
5. Per le persone, quali misure sono necessarie per ridurre il consumo di alcol durante la pandemia da COVID-19?
Le persone che bevono dovrebbero ridurre al minimo il consumo di alcol durante la pandemia da COVID-19, in particolare quelli che hanno una condizione di salute generale compromessa. È anche importante che i membri della famiglia si sostengano reciprocamente durante questo periodo stressante e agiscano per limitare l’assunzione di alcol. L’uso di alcol non è mai raccomandato come un modo per combattere lo stress, l’ansia e la depressione, e non dovrebbe essere pubblicizzato per affrontare queste sensazioni. Per le persone, è consigliabile astenersi del tutto dal consumo di alcol durante la pandemia da COVID-19, o ridurne il più possibile il consumo, per evitare di indebolire il proprio sistema immunitario e la salute in generale, nonché di mettere in pericolo la sicurezza degli altri. Lo screening e gli interventi brevi sono strumenti efficaci per le persone che vogliono ridurre il consumo di alcol, e sono fruibili sia online che con il supporto di operatori sanitari. I corretti messaggi da comunicare alla popolazione sono i seguenti:
- uno stile di vita senza alcol è la scelta più sana
- se non bevi, non iniziare per nessun motivo, per la salute o altro
- se bevi, riduci il consumo ed evita l’intossicazione
- se sei alcoldipendente, riduci il consumo se puoi; se non puoi rimanere sobrio in sicurezza da solo, cerca aiuto.
6. Sono necessarie ulteriori misure governative per ridurre il consumo di alcol durante la pandemia da COVID-19?
L’alcol non deve essere dichiarato o considerato “bene essenziale”, e la fornitura di alcol non deve essere designata come un "servizio essenziale" da offrire online o nei negozi durante la pandemia. L’alcol non è un bene di consumo ordinario, è una sostanza psicoattiva. Ci sono milioni di persone che vivono con alti livelli di stress e ansia, si isolano e lavorano da casa, e dovrebbero essere consapevoli del fatto che in periodo di lockdown, una sostanza dannosa come l’alcol comporta dei rischi. Per i governi, sono necessarie ulteriori misure, e che le normative esistenti siano rafforzate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sviluppato delle raccomandazioni per ridurre il consumo di alcol e i danni alcol correlati2. I modi migliori per ridurre la quantità totale di alcol consumato nella società sono:
- aumentare le accise sull’alcol per pagare i costi dell’alcol per la società
- limitare l’accesso alle bevande alcoliche al dettaglio, per esempio vietando le vendite di alcolici su Internet e le consegne a domicilio
- introdurre divieti sulla pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione dell’alcol.
Questi tipi di intervento sono considerati dall’OMS le tre “migliori azioni/best buys” per ridurre il carico attribuibile all’alcol, in quanto sono efficaci e di facile attuazione. Per questo motivo, è consigliabile che, durante la pandemia, le vendite di alcolici siano limitate, per esempio riducendo le quantità che una persona può acquistare in una sola volta, limitando gli orari di vendita e vietando le consegne a domicilio e le vendite di alcolici su Internet, dove non è possibile verificare l’età dell’acquirente.
È necessario monitorare maggiormente la produzione e la vendita illegale di alcol per prevenire episodi di avvelenamento, e possono essere necessarie misure per rinforzare l’osservanza delle leggi e sanzioni più severe, a seconda del contesto. Inoltre, i governi possono prendere in considerazione campagne di prevenzione specifiche sui rischi del consumo di alcol durante la pandemia da COVID-19, che potrebbero essere specifiche per target diversi di popolazione (età, sesso, professione, ecc.).
Infine, le autorità competenti dovrebbero sviluppare normative specifiche e applicare meccanismi di controllo adeguati per richiedere, se è il caso, la rimozione di informazioni false, in particolare sui social media, poiché la disinformazione e le fake news su alcol e COVID-19 sono pericolose e hanno già causato decessi.
7. Come viene commercializzato l’alcol durante la pandemia da COVID-19?
Vi sono alcune evidenze preliminari sul fatto che la pubblicità di alcolici online in alcuni paesi sia drasticamente aumentata in seguito all’introduzione del lockdown e della quarantena. Vi sono evidenze sul fatto che l’alcol sia fortemente sponsorizzato con offerte speciali e promozioni nei punti vendita e online, e in alcuni paesi è stata modificata la legislazione per consentire la vendita e la consegna di alcol online. I governi dovrebbero considerare di imporre restrizioni su queste forme di pubblicità per proteggere i cittadini, in particolare i bambini e i giovani, poiché è chiaramente dimostrato che l’esposizione alla pubblicità sull’alcol influisce sulle loro abitudini di consumo.
8. Come si identificano i decessi e gli incidenti alcol correlati durante la pandemia da COVID-19?
Non è possibile dire quante lesioni o decessi alcol correlati si siano verificati durante la pandemia, ma l’OMS è a conoscenza di una serie di intossicazioni alcoliche correlate al COVID-19, che sono il risultato di false affermazioni secondo cui il consumo di alcol uccide il nuovo coronavirus. Non vi è alcuna base scientifica per queste affermazioni e il consumo di alcol ad alta gradazione (etanolo) può causare gravi danni e anche la morte. Alcuni degli avvelenamenti segnalati sono stati causati dal metanolo aggiunto alle bevande alcoliche. Il metanolo è un tipo di alcol altamente tossico, e anche piccole quantità ingerite possono causare cecità, insufficienza renale e morte. Tali avvelenamenti possono verificarsi solo con metanolo prodotto industrialmente che è stato aggiunto alla bevanda. È quindi necessario un controllo migliore dell’intera filiera del metanolo per garantire che questa sostanza tossica non finisca nei prodotti alcolici destinati al consumo.
Inoltre, i media hanno riportato che gli episodi di violenza familiare e domestica sono aumentati durante la pandemia. Vi sono evidenze che il consumo di alcol sia un fattore determinante per questa tendenza e che le autorità sanitarie e la polizia devono vigilare sulle minacce a donne e bambini durante la pandemia.
(...omissis...)Note:
- Preventing COVID-19 outbreak in prisons: a challenging but essential task for authorities [press release]. 23 March 2020. Copenhagen: WHO Regional Office for Europe
- European Action Plan to Reduce the Harmful Use of Alcohol 2012–2020. Copenhagen: WHO Regional Office for Europe; 2012
- WHO launches SAFER, a new alcohol control initiative [press release]. 28 September 2018. Geneva: World Health Organization
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-stili-vita-alcol-faq-who-europe
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)