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ISS: giovani e sostanze psicoattive, una riflessione sulla fotografia del consumo

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Giovani e sostanze psicoattive: una riflessione sulla fotografia del consumo


A cura di Pietro Panei, Dipartimento del Farmaco, Istituto Superiore di Sanità


L'uso di sostanze ad azione psicotropa quali psicofarmaci, alcool, smart recreational drugs, è soggetto ad attenta osservazione da parte delle istituzioni pubbliche e di enti privati di ricerca. L'Istituto Superiore di Sanità ha un Osservatorio dedicato a fumo, alcool, droghe e svolge un attento monitoraggio sulla prescrizione degli psicofarmaci attraverso registri di patologia come quello per l'ADHD.
Ai dati raccolti dall'ISS si sono aggiunti, nei giorni scorsi, i risultati del 15° Rapporto italiano del progetto europeo ESPAD (European school project on alcol and other drugs), indagine campionaria, condotta nel 2012, sull'uso di alcol, droga e sostanze psicoattive da parte degli adolescenti di 15-16 anni di età. Il Rapporto è stato curato per l'Italia dall'Istituto di Fisiologia clinica del CNR di Pisa e si discosta leggermente dai dati finora disponibili, indicando una più alta percentuale di consumatori di sostanze psicoattive tra gli adolescenti rispetto ad altre indagini epidemiologiche.


Secondo il Rapporto del CNR, l'8% degli intervistati ha utilizzato almeno una volta nella vita psicofarmaci su prescrizione medica, mentre un ulteriore 15% li ha assunti almeno una volta senza prescrizione medica. I dati relativi alle prescrizioni effettuate dai medici, su base annuale, indicano l'1,5% come percentuale di adolescenti di età 15-16 anni che hanno ricevuto una o più prescrizioni di psicofarmaci nel corso della vita, valore pressoché costante negli ultimi anni. Sebbene l'1,5% possa essere considerato come sottostimato, poiché alcune classi di psicofarmaci (per esempio gli ansiolitici) non sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale e quindi non sono contemplati nelle analisi dei dati, è difficile spiegare il divario tra quanto prescritto e quanto dichiarato dagli studenti.


I dati di prescrizione e le indagini campionarie differiscono per finalità, potenzialità e limiti. Le banche dati di prescrizione forniscono dati certi sul numero di farmaci prescritti a carico del Servizio Sanitario Nazionale e di pazienti che hanno acquistato il farmaco prescritto. Questo non significa che il farmaco sia stato anche assunto. L'8% di utilizzatori indicato nel Rapporto sarebbe da considerare inferiore al prescritto e ulteriormente in contrasto con i dati dei flussi correnti amministrativi (1,5%).


L'indagine campionaria del progetto ESPAD fornisce informazioni sul consumo dei farmaci, anche di quelli assunti senza il consiglio del medico. Questo tipo di studio è però gravato da alcuni limiti, tra cui la capacità della persona intervistata di ricordare che cosa ha assunto e la comprensione delle domande poste. Ad esempio, nel caso della versione italiana del questionario ESPAD non è chiaro quale possa essere l'interpretazione di un adolescente della domanda "In quante occasioni hai fatto uso di farmaci per dormire e/o rilassarti?" Il 6% degli intervistati ha dichiarato di averli usati senza prescrizione medica, ma è possibile che alcuni studenti abbiano considerato "farmaci per dormire" anche prodotti fitoterapici (per esempio camomilla, valeriana) o integratori alimentari (p. es. melatonina): sostanze ben diverse dagli ansiolitici (per esempio alprazolam o lorazepam) o dagli ipnotici. Il questionario originale in lingua inglese era più specifico perché chiedendo di "sedativi o tranquillanti" si riferiva ad alcune specifiche categorie di farmaci.


Discutibile considerare i "farmaci per dimagrire" (seconda classe di farmaci più utilizzata, in base al rapporto ESPAD, con una percentuale di utilizzatori pari al 3%) come psicofarmaci, contribuendo quindi alla stima del 15% di adolescenti che si autoprescrive questo tipo di medicinali.


In Italia, non sono in commercio psicofarmaci con questa indicazione e quindi l'uso, se fosse vero, rimanderebbe ad un acquisto illegale di farmaci e/o ad un impiego equiparabile a quello di una sostanza d'abuso. Non è da escludere che molte delle risposte affermative alla domanda "In quante occasioni hai fatto uso di farmaci per dimagrire?" si riferissero all'utilizzo di integratori alimentari.
Poiché nel questionario non era previsto che si indicasse anche il nome del farmaco utilizzato, non è possibile valutare con maggiore accuratezza e precisione le risposte di quel 15% di adolescenti che riferiscono di essersi autoprescritti psicofarmaci.
Occorre, perciò, cautela nell'interpretazione dei risultati i quali, pur sottolineando correttamente un problema da indagare approfonditamente attraverso adeguati sistemi di sorveglianza, nella loro divulgazione devono tenere conto della complessità dei significati e della variabilità dei contesti ambientali e linguistici in cui le percentuali vengono espresse. Ciò al fine di sgomberare il campo da inutili allarmismi e favorire una riflessione serena sull'appropriatezza d'uso di queste sostanze.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)