ISS: sindrome alcolica fetale, a rischio 7 neonati su 100
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ISS: sindrome alcolica fetale, a rischio 7 neonati su 100
Dismorfologie facciali, problemi cerebrali, deficit di crescita, alterato sviluppo del cranio. Sono queste alcune delle anomalie correlate
all'esposizione del feto all'alcol durante la gravidanza. Una patologia meglio nota come sindrome alcolica fetale.
Secondo uno studio realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità e presentato lo scorso 9 settembre in occasione della Giornata internazionale
della consapevolezza sulla sindrome alcolica-fetale, su 100 feti analizzati, 7 sarebbero stati esposti al rischio di sviluppare tale
patologia a causa del consumo di alcolici da parte delle madri durante la gravidanza.
Lo studio di tipo multicentrico ed in prossima pubblicazione, ha esaminato un biomarcatore presente nelle primissime feci dei neonati, l'
etilglucuronide, capace di rilevare l'eventuale esposizione del feto all'alcol. Ne è emerso che, su 607 neonati, l'esposizione media
all'alcol era stata del 7,6% con variazioni dei dati rilevati nelle città campione che andavano dallo 0% rilevato a Verona al 29% del reparto
di neonatologia di Roma. La dottoressa Pichini, prima firma dello studio, ha reso noto in una nota stampa che c'è un consumo di alcol in
gravidanza sottostimato o non riconosciuto da parte delle donne che partoriscono. Per questo l'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell'ISS ha
pubblicato la "Guida alla diagnosi dello spettro dei disordini feto alcolici" un documento rivolto ai professionisti del settore con l'
obiettivo di facilitare il riconoscimento della sindrome alcolica fetale (FAS) e lo spettro dei disordini feto alcolici (FASD) ovvero la
gamma dei disturbi del feto correlati all'esposizione all'alcol.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)