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Istat: beve una donna su due

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Beve una donna su due

Le donne consumatrici di alcol in Italia, secondo i dati Istat del 2010, sono il 53,4 per cento; il vino è la bevanda alcolica più diffusa, seguita da birra e altri alcolici. C’è un cambiamento evidente nel modello di consumo tradizionale che era basato sulla consuetudine di bere giornalmente vino durante i pasti: attualmente quote crescenti di popolazione bevono alcolici al di fuori dai pasti e aumenta il consumo occasionale. Questo cambiamento è ancora più evidente tra le donne: tra il 2000 e il 2010 il consumo di bevande alcoliche fuori dai pasti registra un incremento del 25,1% (contro il 15% dei maschi), mentre decresce del 17,4% (contro il  meno 11,8% dei maschi) quello di consumatrici giornaliere.

A rischio un modenese su 4
In provincia di Modena, lo studio Passi (il sistema di monitoraggio della salute della popolazione adulta che effettua analisi a campione) stima che il 69% della popolazione beve alcolici e che circa un quarto (il 24% che corrisponde a circa 112mila persone) può essere classificato come consumatore di alcol a rischio: il 28% degli uomini e il 20% delle donne. Nei giovani si stanno annullando le differenze di genere: nella fascia d’età tra 18 e 24 anni, beve in modo rischioso il 51 per cento dei maschi e il 49 per cento delle femmine. Chi vive con un coniuge, un compagno o con bambini di età inferiore a 14 anni dichiara in percentuale minore di assumere alcol in modo rischioso per la propria salute; questo effetto protettivo dei ruoli sociali appare più marcato tra le donne.
Nel 2011 le donne in trattamento presso i Centri Alcologici della provincia di Modena sono state 219 (su 950 utenti), pari al 23% del totale, con una età media di 50 anni.

Perché le donne sono più vulnerabili all’alcol
Le donne sono più vulnerabili all'alcol perché la loro capacità di metabolizzarlo è circa dimezzata, il corpo femminile è più esile e più povero di acqua e gli ormoni femminili ne potenziano l’azione. Ecco perché la quantità di alcol ritenuta a “basso rischio” per la donna è la metà rispetto a quella per l’uomo. Le quantità giornaliere attualmente considerate a “basso rischio” non devono infatti superare due unità alcoliche per l’uomo e un’unità alcolica per la donna.
Durante i 2-3 giorni precedenti il ciclo mestruale e durante l’ovulazione, il corpo è più sensibile all’alcol ed i suoi effetti sono avvertiti più rapidamente. Inoltre, l’abuso di alcol può indurre delle irregolarità del ciclo mestruale. Rispetto alla sessualità l’alcol è tossico e dannoso nelle donne che assumono contraccettivi ormonali; predisponendo a dimenticanze ed episodi di vomito, l’alcol potrebbe influire sull’efficacia della pillola.
L’alcol abbassa le inibizioni e ciò comporta una maggiore probabilità di trovarsi in situazioni pericolose: lo stato di ebbrezza rende le donne più vulnerabili agli incidenti e alle aggressioni fisiche e sessuali e porta all’aumento di rapporti sessuali non desiderati o non protetti, esponendo al rischio di gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili. L’alcol riduce la fertilità e, in gravidanza, attraversa la placenta arrivando direttamente al bambino nella pancia e mettendone a rischio la salute, favorendo lo sviluppo di patologie che possono persistere anche dopo la nascita.
Anche durante l’allattamento al seno, il bambino assume la maggior parte di ciò che la mamma mangia e beve, compreso l’alcol e questo può comportare nel neonato una riduzione nell’assunzione di latte, riduzione dell’aumento del peso, cambiamenti nel ritmo del sonno, rischio di ipoglicemia e disturbi dello sviluppo psicomotorio.
L'alcol influisce negativamente sull’equilibrio ormonale causando menopausa precoce e un aumento di vampate e aggravando alcuni sintomi frequenti in questa fase particolare della vita della donna, come alterazioni dell’umore e sintomi depressivi.
Da non sottovalutare che diversi studi scientifici, anche recenti, hanno rilevato che esiste una relazione tra il consumo di quantità, anche moderate, di alcol e l’insorgenza del tumore al seno, oltre agli effetti dannosi sulle ossa rendendole più fragili e aumentando il rischio di fratture.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)