Istituzioni, media e famiglia per allontanare i ragazzi da droga e alcol: il contributo del DPA alla prevenzione
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I ripetuti episodi di eccesso di marijuana ed alcol, non ultimo quello accaduto ai ragazzi di una scuola media sarda che dopo
aver fumato si sono sentiti male, non fanno scattare nei ragazzi né, purtroppo, nei genitori la percezione del reale pericolo
che gli adolescenti corrono.
"Dire-notiziario sanità" riferisce che l'episodio accaduto non fa altro che avvalorare gli allarmi lanciati più volte dal
Dipartimento politiche antidroga (DPA) la cui delega è affidata a Giovanardi che in una nota dichiara come ormai sia chiara
la pericolosità della cannabis e i danni che derivano dal suo consumo per i giovani. Danni che è stato possibile individuare
grazie anche alle nuove tecniche radiologiche avanzate che documentano come la cannabis finora sottovalutata nel suo
potenziale lesivo, crei nel cervello dei ragazzi un danno neurocognitivo.
E' proprio pensando ai giovani che il DPA ha attivato una serie di progetti di prevenzione contro il consumo di droga come
"Edu.care" che nasce con lo scopo di fornire un supporto alle famiglie e consentire loro un' efficace prevenzione dell'uso
delle droghe da parte dei propri figli al fine di fornire ai genitori strumenti educativi più appropriati, sia per agire sui
fattori di rischio tra i bambini tra gli otto e i dodici, sia per prevenire il consumo di sostanze tra gli adolescenti.
Inoltre c'è anche il progetto Droga e Internet che entrando nel web, modalità più usata tra i giovani per il traffico della
droga, vuole costruire un sistema di sorveglianza della domanda e dell'offerta delle sostanze stupefacenti presenti in rete.
Il progetto prevede, inoltre, il collegamento ed il supporto del sistema nazionale di allerta precoce che ha già permesso nei
mesi scorsi l'individuazione dei cannabinoidi sintetici come Spice n-Joy e altre sostanze come il Mefredone con il
conseguente inserimento nella tabella delle sostanze stupefacenti. Durante l'adolescenza le connessione cerebrali necessarie
per il corretto sviluppo delle facoltà cognitive superiori come apprendimento e memoria sono ancora in via di sviluppo e
quindi vulnerabili all'influenza delle droghe e dell'alcol. Alcuni ricercatori dell'università di San Diego hanno studiato
come cambia la risposta neurale durante l'apprendimento di materiale verbale in adolescenti che consumano abitualmente alcol
e marijuana. Ciò significa che l'uso di alcol e marijuana hanno effetti indipendenti e interattivi sull'alterazione del
normale funzionamento cerebrale.
Rispetto a queste notizie e ai comportamenti degli adolescenti, si capisce come sia fondamentale sia l'informazione corretta
che l'esempio. E se l'esempio è impossibile darlo bisognerebbe essere responsabili e generosi per spiegare ai ragazzi che se
si beve e si fa uso di droghe in modo costante si acquisisce una dipendenza che a lungo andare danneggia. Credo che sia
proprio questo il punto - sia i genitori che poi ovviamente i figli - sottovalutano il rischio della dipendenza da alcol e
droga.
Molti genitori senza approfondire le conoscenze sulle nuove droghe, o rifacendosi alla propria giovinezza, affermano con
superficialità che sicuramente un po' di alcol e le famose "canne" non fanno male. Sottovalutando molti aspetti della
questione. Innanzitutto l'età che rispetto all'uso della droga e dell'alcol si è abbassata di molto e questo fa una bella
differenza. Nel passato anche se recente non erano così chiari, come oggi, i danni. Inoltre le droghe come la stessa
marijuana sono cambiate. Sono cambiati anche i tempi e forse anche l'atteggiamento e il perché si fa uso di sostanze. Volere
lo sballo subito e in ogni circostanza dove la socialità si impone è per esempio una differenza rispetto al passato. Inoltre
nessuno conosce il temperamento di un giovane di quella età e le successive conseguenze possibili di comportamenti a rischio
sulla formazione della sua personalità.
I messaggi superficiali e poco attenti degli adulti sono fuorvianti per i ragazzi preadolescenti e adolescenti poiché
legittimano i loro desideri e i loro comportamenti. Se i genitori non si dissociano da alcuni modi di vivere, se non dicono
chiaramente ai figli i danni che queste abitudini comportano, come possono poi pensare di fermare o limitare un'abitudine che
si consolida pian piano già dai dodici tredici anni? Poiché è questa purtroppo l'età nella quale già molti ragazzi fanno uso
di alcol e droga. Se i genitori hanno da tempo perso il dialogo o non lo hanno mai avuto devono correre ai ripari
ricreandolo, facendosi aiutare, cercando insomma tutte le strade possibili per riacquisire credibilità ed essere capaci di
offrire sostegno e guida ai figli in difficoltà.
Spesso si intravede tra gli adulti un atteggiamento molto codardo e irresponsabile. Si fa finta di non vedere, di non
accorgersi di quello che i figli fanno, così non si deve prendere una posizione. Si ha paura o semplicemente non si ha
voglia, fa fatica, dire qualcosa che può creare conflitto. Si ha paura di realizzare che il figlio fa ciò che ancora fa o ha
fatto lo stesso genitore. Come in uno specchio si fanno le stesse cose. I figli imparano quello che vivono, che vedono. E'
duro forse dirsi che non basta l'amore che si ha per un figlio per dirgli ciò che va fatto e ciò che non va fatto. Oppure è
duro dirsi che forse non si ama così tanto un figlio e si ama di più il proprio benessere o disagio a seconda di come si
vuole guardare la faccenda.
Tutto passa tra genitori e figli il detto e il non. Se si vuole capire il perché di alcuni comportamenti dei propri figli
bisogna passare attraverso se stessi. Sapersi guardare ed acquisire un minimo di consapevolezza rispetto a cosa diciamo,
facciamo, pensiamo, sentiamo con molta molta umiltà. Possono ben poco le altre istituzioni quando la famiglia non è "sul
campo". Sicuramente è fondamentale la sinergia tra istituzioni, media e famiglia per aiutare i ragazzi.