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Italia nella Top Five del consumo di cocaina

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Dalle agenzie di oggi i dati e le dichiarazioni rilasciate durante la presentazione del rapporto 2009 dell'Emccda a Bruxelles. Scarica il rapporto (in formato pdf) da fuoriluogo.it. Qui trovate invece la rilettura dei dati italiani a cura di Giovanardi e Serpelloni.
Oltre 13 milioni di europei adulti hanno provato cocaina nella loro vita. Di questi, 7,5 milioni sono giovani (15-34 anni), tre milioni dei quali l'hanno usata negli ultimi 12 mesi. La «neve» si conferma perciò, secondo il Rapporto 2009 dell'Osservatorio europeo sulle droghe presentato oggi a Bruxelles, la sostanza stimolante illegale più popolare nel vecchio Continente, e il suo uso è in costante aumento. Il consumo di cocaina resta concentrato nei Paesi occidentali, mentre rimane basso in altre parti d'Europa. E l'Italia si conferma uno dei Paesi a più alta prevalenza, insieme a Danimarca, Spagna, Irlanda e Regno Unito. In questa cinquina, avverte l'Oedt, nell'ultimo anno l'uso tra i giovani si è attestato tra il 3,1% e il 5,5%, mentre nella maggior parte degli altri Paesi europei si registra una tendenza alla stabilizzazione o all'aumento del consumo nella fascia d'età 15-34 anni. In aumento anche il numero di sequestri di cocaina (92 mila nel 2007 contro 84 mila nel 2006), benchè il quantitativo complessivo recuperato si sia ridotto a 77 tonnellate (121 nel 2006). Tra i pazienti che entrano per la prima volta in terapia per disintossicarsi, il 22% ha indicato la cocaina come sostanza primaria. Nel 2007 sono stati segnalati circa 500 decessi associati al consumo di questo potente stimolante. Se la cocaina, insieme all'amfetamina, primeggia come stimolante nell'Europa occidentale, la metamfetamina si appresta però, secondo l'Oedt, a prendere piede in misura significativa in questo ricco mercato, grazie anche alla facilità con cui può essere prodotta. Storicamente, l'uso di questa sostanza si concentra nella Repubblica ceca, dove sono stati individuati quasi 400 piccoli laboratori di metamfetamina. Ma nell'ultimo anno la disponibilità di questo stimolante sta aumentando in alcune zone dell'Europa del Nord, come Svezia e Norvegia.
Sono circa 74 milioni gli europei, uno su cinque degli adulti, che hanno provato hashish o marijuana nella loro vita, 22,5 milioni (6,8%) ne hanno fatto uso nell'ultimo anno e 12 milioni (3,6%) nell'ultimo mese. La cannabis resta dunque la sostanza illecita più comunemente usata in Europa, ma dopo gli aumenti vertiginosi degli anni ‘90 e inizio del 2000, i nuovi dati segnalano un calo di popolarità dello spinello una tantum, in particolare tra i giovani. Non nell'uso quotidiano, però, che coinvolge circa 4 milioni di europei. Il dato emerge dal Rapporto annuale 2009 sull'evoluzione del fenomeno della droga in Europa, presentato stamani a Bruxelles dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) e che fa riferimento all'anno 2007. La cannabis è la droga preferita dai più giovani, e infatti le percentuali si alzano se si considera la fascia di età 15-24 anni: il 15,9% l'ha usata nell'ultimo anno, l'8,3% nell'ultimo mese. Ma se raffrontati con i primi anni del 2000, sono in diminuzione, e soprattutto in quei Paesi, come il Regno Unito, dove a metà degli anni ‘90 si registravano le più alte stime sulla prevalenza di Europa. Nei Paesi per i quali è stata analizzata la tendenza nel periodo 2002-2007, alcuni hanno riferito cali almeno del 15% e altri hanno registrato una situazione stabile. La tendenza si conferma anche per gli studenti (15-16 anni): in sette Paesi, soprattutto dell'Europa settentrionale e meridionale, il consumo una tantum di cannabis è rimasto stabile e basso, mentre la maggior parte dei Paesi dell'Europa occidentale che avevano consumi elevati o in crescita fino al 2003, hanno registrato un calo o una stabilizzazione nel 2007. Dei 4 milioni di europei che fuma ogni giorno a quasi (l'1% della popolazione adulta), circa 3 milioni ha un'età compresa fra 15 e 34 anni (2,5%). E l'Italia si colloca tra i Paesi dove il consumo è più alto: al primo o secondo posto tra gli adulti che l'hanno usata una tantum, nell'ultimo anno o nell'ultimo mese, lo stesso tra i giovani (15-34 anni) ed è tra i Paesi a più alta prevalenza anche nella fascia 15-24.
Internet è un mercato sempre più importante per la vendita di sostanze psicoattive che rappresentano un'alternativa legale allo 'sballò. Una piazza virtuale che consente ai rivenditori di offrire a un vasto pubblico sostanze alternative e aggirare i controlli. Lo evidenza la relazione annuale 2009 sull'evoluzione del fenomeno della droga in Europa, presentata dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) oggi a Roma e a Bruxelles. Dai dati emerge che il controllo di Internet rappresenta anche per i ricercatori un «elemento sempre più importante per individuare le nuove tendenze delle droghe». Nel 2009 l'Osservatorio ha condotto un'indagine su 115 negozi online in 17 Paesi dell'Ue. La maggior parte dei venditori individuati si trovava nel Regno Unito (37%), in Germania (15%), nei Paesi Bassi (14%) e in Romania (7%). L'ampia varietà di sostanze messe in vendita va dalle droghe tradizionali usate in alcune parti del mondo, a sostanze di sintesi ottenute in laboratorio e non testate sull'uomo. Tra i nuovi prodotti messi in vendita quest'anno vi sono le cosiddette ‘party-pills' (droghe ricreative), contenenti alternative legali alla sostanza di recente individuazione benzilpiperazina.
Tra le altre novità di mercato, i marchi differenti e le confezioni attraenti. Un esempio tipico è il prodotto a marchio 'spices', spesso venduto come incenso. Le informazioni riportate sulla confezione sostengono che si tratta di una miscela di erbe o piante «fino a 14 ingredienti», ma i test hanno dimostrato che spesso contengono cannabinoidi sintetici. Prodotti che hanno allarmato diversi Paesi, che hanno deciso di bandire o intraprendere azioni legali anti-spices. «I tentativi di eludere i controlli sulle droghe commercializzando sostanze sostitutive - spiega il direttore dell'Osservatorio, Wolfgang Gotz - non sono nuovi. Ciò che è nuovo è l'ampia gamma delle sostanze attualmente individuate, la commercializzazione aggressiva di prodotti con etichettature errate, l'utilizzo crescente di Internet e la velocità con cui il mercato reagisce alle misure di controllo».
La situazione dei consumi di sostanze stupefacenti in Europa, almeno per quanto riguarda le droghe tradizionali, sembra essersi stabilizzata ma è su livelli troppo elevati: lo ha detto Wolfgang Goetz, direttore dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, presentando stamani nella sede del Parlamento Ue la Relazione annuale 2009 dell'Oedt. «Non si assiste nel complesso - ha spiegato - ad aumenti significativi dei consumi di sostanze» come cocaina, eroina o cannabis (per la quale si registra una tendenza al calo, ha detto), ma «il fenomeno della droga - ha aggiunto - è in costante evoluzione e sono tante le nuove sfide che abbiamo davanti». A cominciare, ha spiegato, dalle droghe sintetiche, dove il mercato cambia in continuazione per sfuggire ai controlli. Goetz ha sottolineato l'importanza degli interventi di riduzione del danno e del trattamento delle tossicodipendenze, che in Europa, ha detto, «sono sempre più collegati e spesso vengono erogati dallo stesso servizio».
L'uso combinato di diverse sostanze stupefacenti rappresenta uno dei nuovi trend nel consumo di droghe, ma anche un serio motivo di allarme. È quanto emerge dal rapporto 2009 dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt), presentato oggi a Roma e a Bruxelles. I dati evidenziano che nel Vecchio continente la cosiddetta «poliassunzione» con l'uso combinato di diverse sostanze causa o complica i già difficili problemi da affrontare sul fronte della lotta alla droga e della tutela della salute. Nella relazione di quest'anno al problema della poliassunzione è dedicato un documento specifico, che offre una panoramica di questo comportamento tra giovani studenti di 15-16 anni, ma anche tra giovani adulti 15-34enni e consumatori problematici di stupefacenti. Fra gli studenti più giovani interpellati in 22 Paesi, il 20% ha riferito un consumo di alcol e sigarette nell'ultimo mese; il 6% di cannabis con alcol e/o sigarette; l'1% di cannabis con alcol e/o sigarette più un'altra sostanza, dall'ecstasy all'eroina. La ricerca indica che tra gli studenti la poliassunzione può aumentare il rischio di effetti tossici e problemi cronici di salute negli anni a venire. Tra i giovani adulti (15-34 anni) la poliassunzione è un sintomo di abitudini più radicate di consumo di sostanze e comporta rischi maggiori. I ‘fortì consumatori di alcol hanno una probabilità da 2 a 6 volte superiore di aver fumato cannabis nell'ultimo anno rispetto ai coetanei, e da 2 a 9 volte maggiore di aver usato cocaina. (segue) (Ram/Col/Adnkronos) 05-NOV-09 12:05 NNN
Le persone che consumano droga non limitano quasi mai il loro consumo a un'unica sostanza: oggi, in Europa, il consumo combinato è responsabile della maggior parte dei problemi legati alle sostanze stupefacenti. E l'alcol è la sostanza «principe» che lega con tutte le altre. La conferma viene dall'Osservatorio europeo sul fenomeno delle droghe, che in occasione della presentazione oggi a Bruxelles della sua Relazione annuale sulle droghe ha reso noto un focus speciale sulla poliassunzione. L'allarme dell'Osservatorio riguarda soprattutto i giovani: tra gli studenti europei, dati recenti mostrano una forte associazione tra il cosiddetto ‘binge drinking' (un numero elevato di drink alcolici nella stessa serata) e consumo di droga, soprattutto in ambienti ricreativi. I dati tratti da uno studio condotto recentemente dall'Oedt rivelano che poco più del 20% degli studenti dai 15 ai 16 anni aveva usato alcol e sigarette durante il mese precedente, un altro 6% aveva consumato cannabis e alcol e l'1% aveva usato questo gruppo di sostanze in aggiunta a un'altra droga (ecstasy, cocaina, amfetamine, Lsd o eroina). Complessivamente, una media di circa il 30% degli studenti di questa età avevano consumato due o più sostanze nel mese precedente, con 91 combinazioni differenti.
Nella lotta alla diffusione di consumo di droga, «c'è una dimensione nazionale che è completamente superata: non ci sono più frontiere e la lotta contro la droga non deve e non può conoscere più frontiere nè frammentazione»: è questo il messaggio che la Commissione Ue, per bocca del portavoce Michele Cercone, invia agli Stati membri nel giorno in cui l'Osservatorio europeo sul fenomeno delle droghe ha presentato la sua Relazione annuale. Il portavoce ha ricordato che con la ratifica del Trattato di Lisbona, «si potrà andare avanti in modo più coordinato in questa lotta contro un fenomeno che è veramente drammatico in Europa».