Italiane: meno vittime per tumori, ma ancora troppo fumo e alcol
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Cresce il numero di nuovi casi, ma cala la mortalità per malattie oncologiche
Il Corriere della Sera 17 settembre 2009
MILANO - Queste le buone notizie: le donne italiane fanno più prevenzione e cala la mortalità per tumore (anche se aumentano i casi diagnosticati). Queste le notizie meno buone: crescono i consumi di sigarette e alcolici, cresce il divario fra Nord e Sud, specie per quanto riguarda obesità e diabete, tutti a svantaggio delle donne meridionali. E' il quadro che emerge dal Libro Bianco di O.N.Da, l'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, che per il secondo anno consecutivo prende la temperatura della salute nelle diverse regioni italiane per informare la popolazione e le istituzioni. Il volume è stato presentato a Roma il 16 settembre dall'autore Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene dell'Università Cattolica di Roma, da Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da, e dal presidente di Farmindustria, Sergio Dompé.
TUMORI: SI MUORE MENO - L'incidenza delle malattie oncologiche è in aumento fra le donne residenti nelle regioni meridionali, storicamente più «protette», tanto che entro il 2010 è previsto il pareggio con i casi diagnosticati fra le donne del Centro-nord. «È un dato da leggere anche in positivo - precisano gli autori del Libro Bianco - a dimostrazione della crescita delle attività di prevenzione e dei programmi di screening. Dal 2002 al 2006 la mortalità femminile, infatti, è diminuita passando dall'1,35 all'1,16 per 10mila». Migliora anche l'accesso alle cure oncologiche, un altro dato che concorre a spiegare il calo dei decessi rispetto alle diagnosi.
SUD: IL PESO E' UN PUNTO DEBOLE - Troppe le donne diabetiche, obese e in sovrappeso al Sud, con un picco di obesità in Molise (13,96 per cento) e in Campania (12,83 per cento). Per il sovrappeso la percentuale più alta si trova in Campania (35,1 per cento) seguita dalla Puglia (33,4 per cento). Il diabete invece fa più vittime in Campania e Sicilia (con i tassi di mortalità femminile più alti d'Italia, rispettivamente 5,8 e 5,52 per 10mila). Secondo Walter Ricciardi, molto potrebbero fare le campagne di sensibilizzazione e i sistemi di sorveglianza sociale: «Le donne del Nord, costantemente e positivamente ‘bombardate' da programmi di prevenzione cardiovascolare, sanno ciò che è giusto mangiare e conoscono l'importanza del movimento per la salute in generale a differenza delle donne del Sud, in cui questi strumenti sono insufficienti. Il risultato è il dilagare di sovrappeso e obesità a fronte di un'alimentazione scorretta, lontana dalla dieta mediterranea, e con poco movimento. Tutt'altra cosa rispetto alle loro nonne, che si alimentavano correttamente e svolgevano lavori all'aperto che comportavano un'attività fisica moderata e costante».
ANCORA FUMO E ALCOL - Non si arresta la crescita del numero di consumatrici di sigarette (il 16,63 per cento delle donne oltre i 15 anni) e di bevande alcoliche. Anche in questo caso, come per i chili di troppo, il punto dolente è la mancata educazione: «Manca una corretta informazione - ha commentato Francesca Merzagora - sugli stili di vita modificabili. Ne è un esempio anche il fatto che sia in aumento l'abitudine al fumo, soprattutto tra le ragazze, che è, invece, la prima causa di morte facilmente evitabile».
NEVROSI E DISTURBI ALIMENTARI - Il resoconto ha messo in luce anche un incremento dei ricoveri per nevrosi (saliti in due anni, dal 2003 al 2005, da 47 a 50 per 10mila) e un parallelo aumento del consumo di farmaci per queste malattie («non sempre sotto controllo e spesso anche da parte di adolescenti» puntualizzano gli autori). Ben tre milioni di persone, infine, ossia il 5 per cento degli italiani, in gran parte donne, soffre di disturbi alimentari come obesità psicogena, bulimia e anoressia.