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Ivrea (TO), mille pazienti alcolisti in carico ai Ser.T: intervista al dr. Carlo Zarmati

Ivrea (TO), mille pazienti alcolisti in carico ai Ser.T: intervista al dr. Carlo Zarmati

ALCOLISMO, MILLE PAZIENTI IN CARICO AI SERVIZI DELL'ASL
Cala il consumo, ma è totalmente cambiato il concetto legato a come si beve I giovani non hanno dipendenza, ma sono a rischio acuto di intossicazione


IVREA. In carico, ai servizi dell’Asl/To4, sono oltre mille persone, per la precisione 1.172. Sono quelli (906 uomini e 266 donne) che nel corso del 2014 hanno usufruito dei servizi per combattere la dipendenza da alcol. Una dipendenza complicata, da trattare, e che, come nel caso delle droghe, è oltre tutto cambiata nel corso del tempo. Come spiega Carlo Zarmati, psichiatra, direttore del dipartimento delle dipendenze dell’Asl/To4.


«Oggi capita di chiedere a giovani se facciano uso di sostanze alcoliche quotidiane e la risposta sia un no - racconta Zarmati - e che emerga come il consumo sia una volta la settimana, ma in elevate quantità. Non ci troviamo, a questo punto, di fronte a una dipendenza tradizionale, ma a rischi correlati all’abuso di sostanze consumate in grandi quantità. Rischi elevati da intossicazioni acute, che possono mettere anche a rischio la vita, a cominciare dal coma etilico». L’analisi dei dati fa emergere, quindi, alcuni spunti indice, comunque, della trasformazione delle abitudini e, sicuramente, anche del modo di vivere. In sostanza, complessivamente, nell’ultimo mezzo secolo il consumo di alcol è crollato. Ma è cambiato il come si consuma quell’alcol, soprattutto tra i giovani. Va da sè, quindi, che anche l’approccio sia diverso rispetto a quello, appunto, tradizionale legato alla dipendenza.


Le iniziative per i giovani

Zarmati è uno che, con il suo servizio, ha sempre promosso iniziative per i giovani là, dove le cose accadono. Il progetto sui rave party aveva valenza nazionale. E il furgone del Serd, con gli operatori, va nelle discoteche, nelle feste di un certo impatto, prima fra tutte il Carnevale di Ivrea. «Offriamo delle prove di alcol test - sottolinea Zarmati - e poi ne parliamo direttamente con gli interessati. Noi spieghiamo i rischi da intossicazione acuta e anche i rischi di mettersi alla guida dopo avere bevuto. Illustriamo cosa succede, spieghiamo che, essendoci disinibizione, può emergere maggiore aggressività, con tutte le conseguenze del caso». I risultati dell’azione di sensibilizzazione del Serd nei grandi eventi (anche al Carnevale di Ivrea, per capirci) sono interessanti: «Tra il 70% e l’80% dei giovani con i quali parliamo e che, nell’autoanalisi, ha assunto un livello elevato di alcol, non si mette alla guida dell’auto e sceglie di aspettare».


Quelli rimasti senza patente

Una quota delle persone in carico al Serd per questioni di abuso di alcol è inviata dal servizio di medicina legale. Lo scorso anno sono state 72. «Si tratta di persone sorprese alla guida dalla forze dell’ordine con valori superiori alla norma - aggiunge Zarmati - che, per riavere la possibilità di guidare, devono dimostrare di non bere più. Noi valutiamo queste persone che la medicina legale si invia e, sulla base della loro dipendenza o meno da alcol, viene stabilito un percorso».


(...omissis...)


(ri.co.)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://lasentinella.gelocal.it/ivrea/cronaca/2015/08/17/news/alcolismo-mille-pazienti-in-carico-ai-servizi-dell-asl-1.11947378


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)