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Journal of Adolescent Health: messaggi pericolosi nella pubblicità sull'alcol, uno studio americano

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Messaggi pericolosi nella pubblicità sull’alcol, uno studio americano

I giornali americani destinati ad un pubblico di giovani conterrebbero un maggior numero di pubblicità di bevande alcoliche con riferimenti a comportamenti potenzialmente a rischio, violando le linee guida che regolamentano il settore. Uno studio del Center on Alcohol Marketing and Youth (CAMY), presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, ha analizzato i contenuti di oltre 1.200 pubblicità di birra, vino, superalcolici, apparsi più di 2.500 volte in 11 diverse riviste con una fascia di giovani lettori pari o superiore al 15%. Le pubblicità sono state valutate in base al riferimento a comportamenti rischiosi che potevano provocare incidenti, consumo eccessivo, dipendenza, violazione delle linee guida di settore (ad esempio rivolgersi a minori di 21 anni), sessismo e rapporti sessuali.
Durante il periodo di studio (2003-2007), più di un quarto delle pubblicità analizzate faceva riferimento a comportamenti a rischio, che risultavano concentrati in un numero limitato di marchi di birra e superalcolici. Infatti, ai 10 marchi più sponsorizzati corrispondeva circa il 30% delle pubblicità sull’alcol, e sette marchi risultavano responsabili di oltre la metà delle violazioni delle linee guida di marketing del settore. Alcune pubblicità ritraevano il consumo di alcol in prossimità o dentro un fiume, incoraggiavano un consumo eccessivo e veicolavano messaggi che avrebbero favorito l’alcolismo. Inoltre, quasi una pubblicità su cinque conteneva riferimenti sessuali. Infine, le pubblicità risultavano più presenti in riviste con un’alta percentuale di giovani lettori, esponendo i minori di 21 anni (età legale per l’assunzione di bevande alcoliche negli USA) a messaggi rischiosi per la salute più degli adulti. Gli autori sottolineano come studi precedenti abbiano già dimostrato che l’esposizione precoce a pubblicità sull’alcol aumenti le probabilità di consumo nei giovani e, nei giovani bevitori, aumenti le quantità consumate, lanciando un campanello di allarme a tutti coloro che si occupano della salute dei giovani.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)