Journal of Alzheimer's Disease: l'eccesso di alcol aumenta il rischio di contrarre il morbo
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Le conseguenze dell'eccesso di alcol per la salute sono molteplici e risapute. Ed è per questo motivo che gli alcolici vanno
moderati: oltre al rischio di per sé, un loro consumo eccessivo può aumentare il rischio di contrarre il morbo di Alzheimer.
L'avviso proviene da una ricerca congiunta dell'Università di Turku, dell'Università di Helsinki e del National Institute for
Health and Welfare in Finlandia, diretta dal dottor Jyri Virta e pubblicata sul "Journal of Alzheimer's Disease".
Il dato più allarmante che emerge dallo studio nordico, è che il rischio non riguarda solo i bevitori assidui, ma anche gli
occasionali, denominati anche compulsivi, che si approcciano a "Bacco" fuori dai pasti e con il solo intento di ottenerne lo
sballo. Attenti quindi anche coloro che decidono di non bere alcolici per lunghi periodi per poi esagerare in una sola
serata.
Una ricerca inglese condotta due anni fa dai ricercatori Susham Gupta e James Warner, evidenziò già il legame esistente tra
alcol e demenza. In base a questa ricerca, nell'Alzheimer, considerata la forma più comune di demenza, l'alcool in quantità
significativa è responsabile di un decimo dei casi, e se il consumo è stato pesante la responsabilità del bicchiere di troppo
sale a un caso su quattro.
Ad ogni modo, le lesioni alle cellule e alle sinapsi provocate dagli alcolici sono note da tempo. L'Alzheimer è una patologia
a carattere degenerativo del sistema nervoso centrale. L'esordio sintomatico è a carattere "insidioso": i primi sintomi sono
abbastanza lievi, e quindi difficili da riconoscere e da distinguere dalle disattenzioni di una persona anziana in ottima
salute. Anche quando si riesce a riconoscere il carattere patologico di alcuni comportamenti, non è semplice arrivare ad una
sicura diagnosi differenziale.
Purtroppo però la demenza di Alzheimer è una patologia progressiva, ancora incurabile. Non esistono ad oggi trattamenti
capaci di arrestare la progressione né tantomeno di curare la degenerazione cerebrale. Il trattamento risulta pertanto
finalizzato a rallentarne il decorso a curare, almeno temporaneamente, i sintomi cognitivi e comportamentali, garantendo al
paziente una qualità della vita buona o quantomeno dignitosa.
Barbara Fanelli