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Club drugs, un metodo di analisi nel sangue

L’uso delle cosiddette club drugs da parte dei giovani, soprattutto in ambiti ricreazionali quali dance-club o rave party, rappresenta un problema di salute pubblica in numerosi Paesi. Le club drugs includono un’ampia gamma di sostanze psicotrope ad azione diversa, quali ad esempio droghe ad azione stimolante, ma anche sostanze allucinogene e la loro identificazione sia in campioni di sostanza che in campioni biologici, può risultare cruciale in casi di intossicazione. La tossicologia forense gioca dunque un importante ruolo in quest’area, principalmente volto all’identificazione e quantificazione di queste sostanze sia in vivo che in campioni post-mortem, nel caso di intossicazioni fatali. Un articolo pubblicato sulla rivista Journal of Forensic and Legal Medicine riporta un lavoro in cui viene proposta una metodologia per l’estrazione e l’analisi nel sangue di diverse club drugs. Nello specifico lo studio si è interessato alla ricerca della 7-aminoflunitrazepam, della buprenorfina, del flunitrazepam, della ketamina, del metadone, della fenciclidina (PCP) e del D-propossifene. Jardim Carrilho Videira della tossicologia forense di Porto (Portogallo) e collaboratori descrivono l’estrazione in fase solida (SPE) delle sostanze da sangue intero umano, utilizzando un metodo SPE automatizzato per la successiva analisi in gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa. Il metodo di estrazione automatizzato ha consentito di  ridurre i tempi di analisi, aumentando la produttività, un miglioramento delle rese di recupero del campione e appropriata selettività. Inoltre il metodo si è mostrato semplice, riproducibile con buon LOD, LOQ e buona precisione.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)