Parlare con il proprio medico curante può essere di grande aiuto per chi ha problemi di alcol. Anche solo un breve scambio di idee, poche parole, un consiglio possono fare la differenza. Non sempre però le “cattive abitudini” legate al consumo di alcolici emergono nel colloquio medico. E’ difficile che il paziente parli spontaneamente e in modo franco delle sue “cattive abitudini”, e il medico spesso evita di far domande su un argomento che è oggetto di forte riprovazione sociale.

Le cose cambiamo, però, se il paziente non ha di fronte un esser umano ma una macchina: secondo uno studio pubblicato sul Journal of General Internal Medicine, la propensione dei pazienti a riferire al medico dei propri problemi con il consumo di alcol è maggiore se in precedenza ha risposto ad alcune domande poste attraverso un sistema IVR (Interactive Voice Response).  Più della metà dei pazienti sottoposti all’intervista automatica – in tutto 1.500 assistiti di otto studi di medicina generale affiliati a un centro medico universitario – nel successivo incontro con il medico hanno parlato del loro rapporto problematico con l’alcol (contro il 44% dei pazienti del gruppo di controllo, non coinvolto nell’intervista preliminare automatizzata), parlandone spontaneamente  nel 20% dei casi (rispetto al 12% del gruppo di controllo) e ricevendo consigli al riguardo (20% contro 14% del gruppo di controllo).

“E’ più facile essere sinceri di fronte a un computer che al cospetto di un essere umano”, commentano gli autori dello studio, tanto più su un comportamento come il bere, che implica giudizi sociali negativi, scoraggiando lo stesso medico dal discuterne con il  paziente», spiega Gail Rose, ricercatrice dell’Università del Vermont (Uvm) e coautrice dello studio.

(...omissis...)

Fonte
J Gen Intern Med. 2016. doi: 10.1007/s11606-016-3692-4

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://omni-web.org/abuso-alcol-parlarne/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)