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L'esposizione prenatale alla nicotina può alterare lo sviluppo neurologico del nascituro e può portare alla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS). Tuttavia, non è semplice collegare l'esposizione prenatale alla nicotina a tutta una serie di disturbi di cui il bambino potrà risentire in età adulta, quali: depressione, disturbi dell'attenzione, problemi di apprendimento e di comportamento. L'azione della nicotina sulla produzione e sul funzionamento dei neurotrasmettitori la indica come primo "sospettato", causa di queste patologie. In particolare, i bambini e i neonati esposti al fumo durante il periodo di gestazione sono caratterizzati da un funzionamento compromesso dei neurotrasmettitori. Uno studio americano, pubblicato sul Journal of Midwifery & Womens's Health, analizza come l'esposizione prenatale al fumo possa avere un effetto negativo diretto sullo sviluppo della placenta, provocando una forte diminuzione delle sostanze nutritive e dell'ossigeno al feto stesso, aumentando il rischio di parto prematuro, di restrizione della crescita fetale, nonché della possibilità di microcefalia. Il fumo di sigaretta sprigiona più di 4000 composti: nicotina, monossido di carbonio, aldeidi ecc., tutti elementi che nuocciono fortemente allo sviluppo fetale; in particolare la nicotina è in grado di attraversare sia la barriera placentare che quella ematoencefalica. E' stato dimostrato inoltre che fumare in gravidanza provoca ogni anno negli Stati Uniti 161.000 decessi prenatali e 4.800 decessi infantili, di cui la metà classificati come sindrome della morte improvvisa del lattante. Comprendere appieno gli effetti dell'esposizione prenatale alla nicotina è dunque molto importante per fornire cure sicure alle donne incinte, ai bambini e alle famiglie, ma soprattutto per lo sviluppo di programmi adeguati che aiutino le donne a smettere di fumare durante il periodo di gestazione.