338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Journal of Neuroscience: alcolismo, scoperto un fattore di rischio nella predisposizione

cufrad news alcologia alcol alcolismo alcolismo, scoperto un fattore di rischio nella predisposizione

Alcolismo, scoperto un fattore di rischio nella predisposizione
 
 
Sergio Nuvoli


Cagliari - E’ stato appena pubblicato sul Journal of Neuroscience, una delle più autorevoli riviste internazionali sulle Neuroscienze, uno studio che rivela un fattore di rischio nella vulnerabilità innata per l’alcolismo. Lo studio è frutto di una collaborazione internazionale condotta dai ricercatori del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Cagliari, Miriam Melis e Marco Pistis, e che ha coinvolto l’Istituto di Neuroscienze del CNR di Cagliari, l’Università di Bordeaux in Francia e l’Università di Bloomington negli USA.

 
I ricercatori hanno utilizzato ratti geneticamente predisposti all’alcolismo (i cosiddetti Sardinian Alcohol Preferring selezionati dal Dott. Giancarlo Colombo del CNR) per studiare i meccanismi neurobiologici che sottendono alla loro innata preferenza verso l’alcol.


E’ stato scoperto che nei circuiti cerebrali che controllano la preferenza e l’avversione verso le droghe d’abuso i ratti bevitori presentano delle alterazioni rispetto ai non bevitori. Queste dipendono da un deficit di plasticità sinaptica mediata dal sistema cannabinoide endogeno a livello di tali circuiti. In questo studio gli stessi autori hanno anche dimostrato che questo sistema neurotrasmettitoriale esercita un controllo importante sulla fisiologia di queste aree cerebrali anche in soggetti normali.


Di conseguenza, i ricercatori ipotizzano che, a causa di questo deficit, i ratti bevitori percepiscano l’alcol più gratificante e li porti a berne grandi quantità. Questo studio conferma una ricerca precedente degli stessi autori in cui le medesime alterazioni erano state riscontrate in animali predisposti alla dipendenza da Cannabis. Gli autori suggeriscono, quindi, che questo potrebbe rappresentare uno dei marker neurobiologici che predispongono alcuni individui al consumo smodato di sostanze d’abuso, dato che ne percepirebbero più intense le proprietà euforizzati e meno quelle spiacevoli.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.unica.it/pub/7/show.jsp?id=27207&iso=-2&is=7


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)