Journal of Neuroscience: nicotina in gravidanza, i figli potrebbero sviluppare personalità dipendente
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Nicotina in gravidanza: i figli potrebbero sviluppare personalità dipendente
Sono ormai noti i danni al feto provocati dal fumo di sigaretta, sia attivo che passivo, in gravidanza, tra cui il rischio di nascita prematura del feto, la riduzione del peso alla nascita e possibili ritardi nello sviluppo cerebrale e cognitivo. L’esposizione prenatale alle sigarette sembra aumentare anche il rischio di dipendenza da nicotina in età adulta, sebbene non sia chiaro come questo avvenga.
Gli studiosi della Rockefeller University di New York, hanno tentato di spiegare questo effetto iniettando in ratti gravidi, piccole dosi di nicotina corrispondenti circa al fumo di una sigaretta al giorno per una donna incinta, ed esaminandone gli effetti sul cervello e sul comportamento della prole. I ratti che nascevano, da adolescenti risultavano effettivamente più propensi all’autosomministrazione di nicotina ma anche dotati di un maggior appetito rispetto agli animali non esposti. L’esposizione in utero alla nicotina sembra incrementare infatti la produzione di alcuni tipi di cellule cerebrali nell’amigdala e nell’ippocampo, che stimolano i meccanismi di ricompensa, ma anche l’appetito attraverso il rilascio di neuropeptidi specificatamente coinvolti nei meccanismi di regolazione dell’assunzione di cibo (orexina, encefalina ed ormone concentrante la melanina). Dai risultati dell’articolo, pubblicato sul Journal of Neuroscience, emerge dunque che l’esposizione prenatale alla nicotina predispone non soltanto alla dipendenza da nicotina in età adulta, ma anche all’aumento di appetito e alla ricerca di cibi più grassi e, di conseguenza, al sovrappeso. Secondo gli autori, questi risultati ottenuti sugli animali, sarebbero validi anche per l’uomo, e durante la gravidanza, le donne dovrebbero evitare non solo di fumare, ma qualsiasi contatto con la nicotina, inclusi i cerotti alla nicotina e le sigarette elettroniche
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)