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Journal of Substance Abuse: studio che identifica il profilo del fumatore cronico

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Tabagismo: è italiano lo studio che identifica il profilo del fumatore cronico

La ricerca svolta presso l'Università della Sapienza di Roma ha reclutato 1282 adulti italiani fumatori ed esaminato il ruolo di variabili come il genere sessuale, l'età, lo status lavorativo, l'educazione, il numero di sigarette fumate al giorno, il punteggio ottenuto al test di Fagerström (FTQ), l'età di inizio d'uso, l'intervento farmacologico effettuato (bupropione o vareniclina), la partecipazione a 10 sessioni di terapia cognitivo comportamentale di gruppo (GCT) condotta per oltre sei mesi e il livello di successo ad un programma di counseling per la cessazione della dipendenza dal fumo, al fine di identificare i predittori più significativi per la cessazione della dipendenza dal fumo. I risultati ottenuti dalla ricerca, ad una prima fase dell'analisi, indicano che i soggetti che hanno seguito il programma di terapia GCT rispettivamente per 4 o 6 sessioni e per 1 o 3 sessioni, risultano circa da 3 a 24 volte più probabili fumatori dei soggetti che hanno partecipato ad almeno 7 o a tutte le 10 sessioni previste per la conclusione del trattamento. La seconda fase di analisi dei dati ha mostrato che i soggetti con un alto punteggio al test Fagerström sono risultati due volte più probabili fumatori dei soggetti con un basso/medio punteggio al test. Nella terza fase di analisi i soggetti trattati solo con terapia GCT erano 2 volte più probabili fumatori dei soggetti trattati mediante terapia farmacologica e terapia GCT; nella quarta fase di analisi i soggetti con una età di inizio d'uso della sostanza stupefacente pari a 17 anni erano 1,5 volte più probabili fumatori dei soggetti con una età di inizio d'uso maggiore. Nella quinta fase di analisi, le donne sono risultate 1,5 volte più probabili fumatrici degli uomini. Concludendo, la ricerca ha dimostrato che una continua assistenza ai soggetti con dipendenza mediante programmi di terapia cognitivo comportamentale, in aggiunta ad interventi farmacologici e di counseling, aumentano in modo significativo la probabilità di cessazione della dipendenza dal fumo. Il test di Fagerström si è dimostrato inoltre un valido strumento in grado di fornire misure predittive circa il possibile successo nella cessazione della dipendenza da nicotina. Dalla ricerca emerge che le donne in particolare risultano essere più propense alla dipendenza dal fumo così come i soggetti che hanno dichiarato una precoce età di inizio d'uso della sostanza, attorno ai 17 anni.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)