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King's College London: il fumo passivo aumenta seriamente il rischio di demenza

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Il fumo passivo aumenta seriamente il rischio di demenza
 
Respirare il fumo di altri, o passivo, fa aumentare il rischio di sviluppare una forma di demenza

Non solo fumare, ma anche respirare il fumo di altri, si è scoperto essere collegato in modo significativo al rischio di sviluppare una forma di demenza, oltre ad aumentare le probabilità di contrarre malattie cardiovascolari e respiratorie

Come se avere maggiori probabilità di sviluppare una qualche malattia cardiaca, vascolare o respiratoria non bastasse, respirare il fumo di seconda mano, o passivo, è stato dimostrato aumentare in modo significativo il rischio di essere vittime di una forma di demenza, o declino cognitivo.

Lo ha dimostrato un team internazionale di scienziati provenienti da Cina, Stati Uniti e Gran Bretagna con un studio condotto su circa 6.000 persone che vivono in cinque province della Cina.
La scelta della Cina non è dovuta al caso, ma grazie al fatto che proprio questo Paese è il più grande consumatore di tabacco al mondo:  si stima che vi siano oltre 350 milioni di fumatori.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Occupational and Environmental Medicine e indicano che, nonostante l’introduzione nel 2006 delle norme antifumo negli ambienti pubblici da parte del Governo, molte di queste norme sono state disattese. La conseguenza è stata una recrudescenza dei casi di demenza grave.

Il dottor Ruoling Chen – docente di sanità pubblica al King’s College London – e colleghi, hanno intervistato 5.921 persone di età superiore ai 60 anni residenti in diverse comunità rurali e urbane.
L’intento era quello di stabilire i loro livelli di esposizione al fumo passivo e di abitudine al fumo. Dopo di che, in base ai dati raccolti, valutare i livelli di sindrome da demenza.
Le informazioni acquisite hanno permesso di scoprite che il 10% dei partecipanti allo studio soffriva di una sindrome da demenza grave, e questa era significativamente correlata al livello e durata di esposizione al fumo passivo.

Un dato degno di nota è che questa associazione con le gravi sindromi da demenza è stata trovata in persone che non avevano mai fumato, oltre che in ex fumatori e attuali fumatori.
«Il fumo passivo dovrebbe essere considerato un importante fattore di rischio per la sindrome della demenza grave, secondo quanto mostra lo studio – spiega nella nota King’s il dottor Chen – Evitare l’esposizione al fumo passivo può ridurre il rischio di sindrome da demenza grave».
Sebbene in tutto il mondo, nel tempo, sono stati presi provvedimenti per arginare la diffusione del fumo passivo nei luoghi pubblici e in cui soggiornano le persone, secondo i dati dell’OMS soltanto l’11% della popolazione mondiale è del tutto protetta dalle leggi antifumo. D’altronde, anche se nei locali chiusi pubblici è oggi vietato fumare, in molte aree esterne non lo è: e diverse ricerche hanno dimostrato che si può respirare il fumo passivo anche all’aperto, per quanto possa sembrare difficile.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)