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L'abuso e la dipendenza dalle droghe

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L’abuso e la dipendenza dalle droghe

Dott.ssa Antonella Antonietta Pennino – Psicologa Psicoterapeuta

Il termine tossicodipendenza nasce per identificare una persona la quale abusa frequentemente di una determiata sostanza stupefacente per evadere dalla realtà.

 Poiché al giorno d’oggi, nella maggioranza dei casi, chi utilizza preferibilmente una sostanza non si nega di usare anche alcool, psicofarmaci e droghe sintetiche, si dovrebbe piuttosto parlare di tossicodipendenti poliassuntori. Lo scopo del cosiddetto “sballo” è quello di uscire da una condizione di lucidità che viene vissuta spesso come fonte di disagio per entrare in una condizione di piacere dove sperimentare contatti sociali più gratificanti e facilitati.

In tutte le forme di tossicodipendenza si riscontra quasi sempre nella famiglia del giovane, maschio o femmina che sia, la mancanza del padre e un ipercoinvolgimento della madre. Tale mancanza può essere reale ed oggettiva perché il padre è uscito dalla famiglia in seguito ad una separazione, oppure perché è morto precocemente, o perché è stato escluso per cose che ha fatto. Oppure, molto più spesso, il padre vive in casa ma non prende parte alla vita familiare, magari per contrasti con la moglie o per sue problematiche psicologiche o psichiatriche, o perché lavora molto.
In altri casi la tossicodipendenza può essere una sorta di suicidio lento,  per impedire che la depressione per un lutto non elaborato risucchi un familiare, oppure per non sentire il non senso della vita che viene trasmesso all’interno della famiglia per i più svariati motivi.

La droga sostituisce ciò che manca e cura, come farebbe un farmaco, stati emotivi avvertiti come sgradevoli.

In adolescenza molti giovani iniziano l’uso di sostanze per imitare i compagni di classe o per sentirsi parte di un gruppo. In una prima fase spesso c’è l’alcol, facilmente reperibile e legale, poi le cosiddette droghe leggere cioè le “canne” Hashish e Marjuana, per poi passare alle droghe pesanti quali Ecstasy, LSD, Eroina, Cocaina, psicofarmaci etc..

Non per tutti ovviamente si arriva alla tossicodipendenza.

Molti giovani si fermano alle canne in quantità moderata, sperimentano magari la cocaina ma non vanno oltre un utilizzo sporadico ed occasionale. In tali casi, che sono la maggioranza, si parla di resilienza o di fattori protettivi che aiutano il giovane a trovare poco interessante l’uso continuo di tali sostanze.
Altri, un minoranza, a differenza di questi cadono nella spirale della dipendenza, e in tali casi è importante che i genitori si accorgano tempestivamente che qualcosa è cambiato in loro figlio e prendano immediati provvedimenti mettendolo davanti alle sue responsabilità e assumendosi essi stessi le loro.

Per poter riconoscere il problema è importante sapere come agiscono queste sostanze e che sintomi fisiologici possono aiutarci ad identificare se il giovane ne ha fatto uso.
Farò pertanto un brevissimo escursus che possa dare al genitore gli strumenti minimi per riconoscere ed accertarsi se effettivamente c’è un problema da risolvere.

Hashish e Marjuana

Sono normalmente considerate droghe leggere, sebbene un utilizzo assiduo e frequente durante la giornata, porti a gravi conseguenze per l’organismo. Non è il caso di sottovalutare quindi Hashish e Marjuana. Un bisogno costante del loro utilizzo ci deve far riflettere come genitori rispetto ai bisogni che tali sostanze vanno a coprire nei figli. Qual’è il disagio che non gli permette di vivere nella sua lucidità? Per poter riconoscere l’utilizzo, è sufficiente osservare gli occhi della persona, la pupilla di solito è dilatata e l’occhio è un po’ chiuso come se avesse difficoltà a tenerlo completamente aperto. L’odore di una canna è inconfondibile e anche spesso il timbro delle risate dalle quali è accompagnato l’utilizzo.

Eroina

E’ la droga che anestetizza tutti i dolori e, almeno inizialmente, procura anche un piacere sconfinato.
A differenza del piacere sessuale che è attivo, il piacere dell’eroina è anestetico, non è ricercato per sentire di più o per partecipare più intensamente alla vita, ma per prendervi parte il meno possibile. L’eroina se utilizzata quotidianamente provoca dipendenza fisica, per cui il tossicodipendente di tale sostanza è costretto a farne uso costante per non incorrere in dolorose crisi di astinenza. Per individuare se una persona è sotto l’effetto di eroina, si possono osservare particolari sintomi fisici quali :“l’occhio spillato”, ossia la pupilla particolarmente stretta come quella dei serpenti; la pesca, cioè una caduta della testa improvvisa, come se la persona si addormentasse di colpo; l’alterazione dei muscoli del viso, che assumono una particolare tensione. Un farmaco che permette alla persona che fa uso di eroina di poter stare bene  senza doversi drogare costantemente è il Metadone. Esso viene fornito dai Ser.T di zona, strutture mediche a cui la persona si iscrive per poter programmare un piano di “scalaggio”. La sostanza sostitutiva viene fornita in base alla personale necessità.
I rischi più gravi che comporta l’assunzione di eroina è sicuramente la morte per overdose ossia una quantità di sostanza troppo pura o tagliata male che l’organismo non riesce a metabolizzare. In tali casi è fondamentale chiamare urgentemente soccorsi medici perché un intervento tempestivo può salvare la vita alla persona.


Cocaina

La cocaina viene ancora oggi misconosciuta e ne viene sottovalutata la sua pericolosità per la salute della persona. E’ la droga dei manager, dei politici e purtroppo oggi, messa sul mercato dalle mafie a prezzi bassissimi è la droga di tutti. Con l’assunzione di cocaina la persona si sente super, le energie si moltiplicano e si può arrivare a sfiancare l’organismo perché non si sente la fatica, dà un senso di onnipotenza e ci si sente in grado di fare tutto. E’ spesso usata in abbinamento con l’alcol che ne amplifica gli effetti. A differenza dell’eroina il cui effetto dura delle ore, la cocaina vuole essere continuamente riutilizzata. I sintomi fisiologici che si possono osservare è una dilatazione massima della pupilla e un atteggiamento scattoso della persona. In particolare si assiste ad una inversione del ritmo sonno veglia dovuto allo stato di insonnia che la sostanza sostiene.

Altri fenomeni che possono insospettire i genitori, di  ordine più prettamente relazionali sono dati dalle bugie, che vengono addotte dai tossicodipendenti per giustificare frequenti inadempienze negli impegni quotidiani.
Far finta che comunque tutto va bene può ritardare la possibilità di curare la persona. E’ importante parlare con chiarezza se si hanno dei sospetti, prima fra genitori, mettendo da parte eventuali reciproche attribuzioni di colpa, e poi fare fronte comune per intervenire con il figlio. Di fronte ad un probabilissimo diniego del problema è importante non demordere se si hanno forti sospetti ed eventualmente confrontarsi con dati certi quali le analisi delle urine (fatte in casa con stick che si acquistano in farmacia, specifici per ogni sostanza) o l’analisi del capello.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)