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L'accertamento dell'ebbrezza: istruzioni per l'uso dell'operatore sanitario

L’accertamento dell’ebbrezza: istruzioni per l’uso dell’operatore sanitario

Un estratto del progetto "Drugs on street: no crash", avvicina un modello deontologico del medico a quello che dovrebbe

appartenere alla divisa
Il progetto "Drugs on street: no crash", è stato coordinato nel secondo semestre del 2008 dal Dipartimento delle Dipendenze

ULSS 20 di Verona, ed ha visto coinvolta in prima linea la Polizia Stradale. I risultati di questa esperienza sono notevoli:

noi ne abbiamo già parlato in numerose altre occasioni, ma stavolta la ricerca che ci ha impegnati ci obbliga di citare alla

lettera un estratto del protocollo elaborato da Monica Zermiani (Collaboratore, Istituto Fisiologia Clinica CNR, Programma

Regionale sulle Dipendenze, Regione del Veneto), Claudia Rimondo (Consulente Programma Regionale sulle Dipendenze - Regione

del Veneto) e da Giovanni Serpelloni (Direttore Dipartimento delle Dipendenze Azienda ULSS 20 Direttore Programma Regionale

sulle Dipendenze - Regione del Veneto). Ecco come ci si dovrebbe comportare, su strada. Sappia, il lettore, che il testo,

reperibile su internet, non dice solo questo. Si tiene conto della somma dei fattori che rendono il controllo su strada

particolare e rischioso, anche per i controllori. È, questo, un testo destinato all'operatore sanitario, ma, a leggerlo, si

scopre che un atteggiamento di questo genere dovrebbe essere un modello anche per le divise, molte delle quali, ne siamo

sicuri, già lo adottano.
[...omissis...]
1. spiegare, in tono dispiaciuto e partecipe, che a quel tipo di esito seguirà il ritiro della patente di guida. È necessario

che ciò avvenga facendo capire al paziente che se ne comprende lo stato d'animo ma che, purtroppo, ognuno è tenuto al

rispetto della legge, sia il paziente che non avrebbe dovuto mettersi alla guida dopo aver assunto sostanze alcoliche e/o

droghe, sia il medico che, sulla base di una richiesta delle Forze dell'Ordine, è obbligato ad eseguire gli accertamenti e a

riferirne i risultati alla Polizia Giudiziaria;
2. fare presente al soggetto quali sono i suoi diritti, tra cui il diritto a chiedere delle controanalisi, nei quattro mesi

successivi allo svolgimento dei controlli, sui liquidi biologici da lui forniti per, eventualmente, provare la negatività

degli accertamenti, e il diritto a nominare un legale di fiducia che lo assista nel procedimento di accusa che lo riguarda.
3.assicurarsi che sia attivato un efficace accompagnamento a casa. Il soggetto che è sotto l'effetto di sostanze, infatti,

non può essere lasciato solo poiché potrebbero emergere problemi di carattere sanitario anche pericolosi per la persona

stessa. Quindi, è necessario preoccuparsi del suo accompagnamento a casa. Tale accompagnamento diventa ancor più necessario

ed obbligatorio nel caso in cui il soggetto sia minorenne. Nel caso in cui, al momento dell'accompagnamento, il familiare di

un maggiorenne chieda di avere informazioni sugli esiti degli esami, va spiegato che non è possibile dare questo tipo di

informazione se non dopo l'esplicito consenso della persona;
4. fornire supporto psicologico per elaborare nell'immediato le reazioni precoci, fornendo la possibilità di contattare gli

operatori sanitari anche nei giorni successivi. In un secondo momento, infatti, può essere opportuno rivedere il paziente, se

questo lo desidera, per fare una valutazione più approfondita della sua situazione considerando, eventualmente, l'invio ad

uno specialista. In modo particolare l'invio ad uno specialista può essere opportuno se esiste un rischio di tipo

psichiatrico (se il soggetto in passato ha sofferto di stati depressivi, ha avuto ricoveri, o può presentare aspetti di

pericolosità sociale come, ad esempio, il possesso del porto d'armi).
Va ribadito che l'operatore sanitario deve usare un atteggiamento professionale ma, allo stesso tempo, anche umano e

partecipe. Vanno, pertanto, evitati toni giudicanti del tipo "te la sei voluta" che comunque risultano inefficaci.
[...omissis...]
È ovvio che nessun operatore delle forze di polizia, oggi, riconduce a casa una persona colta in stato di ebbrezza. E se

questo non accetta aiuto, in relazione alla condizione in cui si trova al momento del controllo, si può fare ben poco. Ma un

tentativo lo si deve fare: per esempio, convincerlo a farsi venire a prendere da un amico o un familiare. Per il resto,

ognuno utilizzi il buon senso a seconda delle circostanze.
da Il Centauro n. 140