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"L'alcol è come un lubrificante sociale. Ma questi ragazzi rischiano grosso": intervista ad Emanuele Scafato

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"L'alcol è come un lubrificante sociale. Ma questi ragazzi rischiano grosso"
Parla Emanuele Scafato (Osservatorio Nazionale sull'Alcol): "Consumare regolarmente alcolici nell'adolescenza provoca danni irreversibili al cervello. Per le ragazzine aumenta la probabilità di tumori al seno. Abbiamo fatto nascere una 'generazione chimica'. Ora dobbiamo correre ai ripari"
ROMA - In Italia 400mila minori bevono alcol in maniera regolare. E rischiano malattie del fegato e deficit cognitivi. A preoccupare sono soprattutto le ragazzine, che possono subire anche danni al seno. L'allarme di Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio Nazionale sull'Alcol

Cosa rischia un adolescente che si ubriaca regolarmente?
"Abbiamo fatto delle risonanze magnetiche a un gruppo di adolescenti dopo due mesi di consumo. Risultato: una parte del cervello aveva perso il suo volume. Viene colpito l'ippocampo, che è una zona molto delicata deputata all'orientamento visuo-spaziale e alla memoria. A causa dell'alcol i nostri ragazzi perdono la capacità di orientarsi e di memorizzare: parliamo di un 20 per cento di deficit cognitivo. Deficit irreversibile, perché si tratta di cellule specializzate che il cervello non può riformare. In più c'è la steatosi epatica, l'infarcimento del grasso del fegato. E nelle ragazzine si verificano lesioni al seno: non dimentichiamo che l'alcol provoca il cancro. Nelle donne causa un aumento di rischio di tumore al seno. Le più vulnerabili sono le giovanissime, che non hanno ancora sviluppato l'alcol deidrogenasi, il sistema metabolico che serve a distruggere l'alcol".

Perché gli adolescenti bevono?
"I ragazzi usano l'alcol come fluidificante sociale, come lubrificante. Li rende meno timidi, li facilita nelle relazioni. La prima volta prendono un bicchiere. La volta dopo ne prendono due, poi quattro. Ed entrano nel vortice della dipendenza. I responsabili sono gli adulti, che hanno anche abilitato il sistema del marketing nel proporre l'alcol come qualcosa di positivo".

Il consumo di alcol è in aumento soprattutto tra le giovanissime.
"Sono le ragazze al di sotto dei 14 anni che destano la massima preoccupazione. Bevono in pubblico per rendersi visibili, per essere trasgressive. Hanno insegnato loro che comportarsi in quella maniera può dare successo sociale, può essere utile a emergere nel gruppo. Il 17 per cento delle intossicazioni alcoliche riguarda i bambini, ragazzi al di sotto dei 14 anni. Sono dati che dovrebbero far riflettere le famiglie, la scuola, ma anche le istituzioni, perché dovrebbero garantire la massima applicazione delle normative vigenti. Ricordiamo che dare alcol a ragazzi che hanno meno di 16 anni è vietato".

Dove bevono gli adolescenti?
"I ragazzi bevono dappertutto. C'è una nuova moda: non si fa più il regalo di compleanno, ma la "colletta alcolica". Si raccolgono i soldi in classe, si va al supermercato, si riempie il carrello di bottiglie e poi si va a bere tutti insieme: in un locale, in una stanza, in un garage o in un parco. Questo è quello che noi abbiamo consentito: la nascita di una generazione chimica. Adolescenti incapaci di costruire sensazioni, emozioni, esperienze senza l'uso dell'alcol. Sostanza che fa da "droga ponte" alla cannabis e alla cocaina". 26 marzo 2012


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)