338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

L'alcol è droga. Considerazioni

L’alcol è droga. Considerazioni

Il vino, la birra, le grappe, da sempre fanno parte della nostra cultura: con questa giustificazione, nelle nostre zone

soprattutto, si inizia ad avvicinarsi all'Alcol già in età giovanissima (sempre prima) per poi crescere e vivere sempre a

stretto contatto con questa sostanza. Le famiglie non ne fanno una tragedia se al rientro da una serata con gli amici i figli

sono "allegri" o un po' su di giri per aver bevuto qualche bicchiere di troppo. Le scuole evitano completamente il discorso e

non esistono campagne di informazione o sensibilizzazione sul tema. La piazza in generale, è ormai abituata ed accetta senza

problemi tutte le occasioni in cui l'abuso dell'Alcol si manifesta: di prima mattina con il bicchiere di bianco dell'anziano,

a pranzo con il caffè corretto dell'operaio, di pomeriggio con la birra per "merenda" di qualche studente, prima di cena con

l'aperitivo (che è sempre più pesante) e infine la sera con "chi più ne ha più ne metta".
L'Alcol viene così celebrato ovunque: nelle feste, nelle sagre, nelle serate in baita, nelle grigliate estive, addirittura

nelle manifestazioni sportive (basti pensare ai tornei di calcio locali, tanto per fare un esempio), in qualsiasi occasione.

Di ragazzi, che ormai senza Alcol non si divertono, in giro ce ne sono tantissimi e sempre di più. Di morti, causati

dall'Alcol, in Italia ce ne sono 30mila all'anno e sempre di più.
E' una situazione gravissima, di cui pochi si rendono conto. Non si fa nulla (o comunque sempre troppo poco) per cambiare le

cose. Il problema è di gran lunga sottovalutato e non c'è alcun segnale che faccia presagire un cambiamento.
Le amministrazioni locali per prime dovrebbero fare qualcosa a riguardo, soprattutto per informare la popolazione sui danni e

i rischi che una sostanza come l'Alcol può provocare. Creare disinformazione, affermando pubblicamente che "l'Alcol non è un

droga" (come ha fatto di recente un nostro Sindaco cadorino) è pericolosissimo: oltre ad essere scientificamente sbagliato, è

un messaggio devastante per i giovani, soprattutto ripeto, in una zona come la nostra dove il consumo e l'abuso di questa

sostanza è già molto diffuso. Il fatto che l'Alcol sia legale non significa che sia meno dannoso di sostanze illegali o che

per questo si possa sottovalutarne gli effetti.
Personalmente ritengo sia inutile e sbagliato proibire o criminalizzare: bisogna piuttosto informare, diffondere

consapevolezza su questi temi ed invitare tutti ad una maggiore responsabilità personale. A tal proposito ho voluto scrivere

questo articolo in cui riporto di seguito alcuni dati e informazioni importanti sull'Alcol.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica l'alcol fra le droghe; è una droga giuridicamente legale ma è una

sostanza molto tossica per la cellula epatica, più di molte droghe illegali, ed è causa di una dipendenza il cui grado è

superiore rispetto alle droghe più conosciute.
Come tutte le droghe anche l'alcol ha un potere psicoattivo (è in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello), la

sua assunzione protratta nel tempo induce assuefazione (per ottenere lo stesso effetto bisogna aumentare la dose), può nel

tempo instaurarsi un legame specifico che condiziona negativamente lo stile di vita della persona che ne fa uso, mettendone a

rischio la salute fisica, psichica, familiare e sociale.
Secondo l'OMS l'Europa è la Regione dove si beve più alcol al mondo. Il consumo d'alcol per abitante è il doppio rispetto

alla media mondiale. L'alcol è il terzo fattore di rischio per i decessi e per le invalidità in Europa, e il principale

fattore di rischio per i giovani.
Uno studio del 2007 condotto dal professor David Nutt dell'Università di Bristol e pubblicato sulla prestigiosa rivista

scientifica The Lancet classifica l'Alcol al 5° posto tra le droghe più pericolose e dannose (al 1° c'è l'Eroina, al 9° il

Tabacco, all'11° la Cannabis, al 16° gli Steroidi, ecc). Il risultato è frutto di un nuovo sistema di classificazione che

tiene conto oltre che della pericolosità della sostanza per l'individuo, anche della dipendenza che la sostanza genera e

della pericolosità sociale di chi la assume. Si tratta in realtà più che di uno studio sulle sostanze in sé, di un'inchiesta

tra intervistati qualificati: psichiatri specializzati in dipendenza da sostanze e ufficiali giudiziari o di polizia con

comprovata preparazione scientifica.
Matteo Gratis, giornalista e editore indipendente, amministratore del portale NuovoCadore.it