L'alcol e lo sballo, rischi in aumento per i giovani
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MESTRE. «Per i ragazzi non ci può essere sabato sera senza alcol. Per loro non ci può essere festa senza l'alcol e del resto
sono bombardati da campagne pubblicitarie che fanno credere loro questo. Ed è questa cultura che dobbiamo contrastare facendo
capire che ci si può divertire in maniera consapevole per ridurre i danni». Pino è uno dei tre operatori del progetto
«Tips&Tricks», gestito dal servizio Riduzione del Danno del Comune di Venezia. Un osservatorio sullo sballo dei giovani.
Sono in tre i «Tips&Trick», Tamara, Pino e Chiara. I primi due con contratto a tempo indeterminato, la terza con uno a
termine. Fino a dicembre c'era un altro operatore a termine. Un progetto che vive grazie al Comune e che ogni anno attende
come una manna il finanziamento della Regione. Servizio nato a fine 2006, operativo sul campo dalla metà del 2007 e che
funziona grazie a chi alle feste ci va, conosce i linguaggi, le abitudini i costuni dei ragazzi. Altri ragazzi che fino a due
anni fa avevano un rimborso per la loro attività e che ora fanno i volontari al fianco dei tre «Tips&Tricks». «Se non ci
fossero loro sarebbe difficile per noi lavorare. E sarebbe stato impossibile iniziare. Sono loro che ci guidano nei mondo al
quale ci rivolgiamo sempre senza dare giudizi», spiega Tamara. «Da quando abbiamo iniziato hanno collaborato con noi una
trentina di ragazzi». Per capire l'importanza del progetto basti pensare che in questi tre anni e mezzo di servizi sul campo
durante i 111 interventi in occasione di feste più o meno legalii e nelle discoteche ci sono stati quasi 13 mila contatti. Un
dato stimato al ribasso. Ragazzi che hanno voluto informazioni, chiesto acqua, del tè o della frutta, cercato di capire il
servizio, o magari soccorsi per un malore. Delle 114 persone che gli operatori hanno sostenuto perchè colte da malore il 40
per cento era in quello stato per colpa dell'abuso di alcol. E un'altra elevata percentuale dei malori era dovuta ad un mix
di sostanze stupefacenti e alcol. La tabella pubblicata a fianco che riporta i dati relativi al 2010. Evidenzia come l'alcol
sia l'elemento base dello sballo dei giovani. L'alcol è presente in quasi il settantacinque per cento dei malori. «La nostra
esperienza però è positiva e dimostra come è posibile insegnare una nuova cultura del divertimento ai ragazzi. Quantomeno di
riduzione del danno. All'inizio nelle stanze chill out che allestivamo nei locali dove eravamo ospiti non veniva nessuno. E
chi lo faceva subito dopo scappava. Ora sono parecchio frequentate. I ragazzi si fermano magari per bere dell'acqua, per
mangiare della frutta e attendono la decompressione prima di mettersi in auto. È possibile quindi far passare il messaggio
che ci si può divertire riducendo i danni. Ma ci deve essere la collaborazione di tutti dalle amministrazioni locali al
governo ai gestori dei locali», spiega Tamara. «Noi lavoriamo molto con i gestori dei locali ed è importante il rapporto con
loro. La stragrande maggioranza considera ancora il ragazzo una drink card; più bevono più guadagno. É chiaro che se un alcol
pops costa quanto una bottiglietta di acqua il ragazzo sceglie l'alcol. L'acqua deve essere gratuita. I ragazzi arrivano nei
locali a stomaco vuoto perchè per poter bere risparmiano sul cibo e magari dopo aver già in corpo alcuni spritz che da noi
come si sa vengono serviti senza l'offerta di cibo. Esempi positivi arrivano da Paesi come la Svizzera. Il nostro servizio è
un esempio e assicuro che non costa molto. Basta soprattutto la volontà di tutti», conclude Tamara.