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News di Alcologia

L'alcol in gravidanza: perchè va abolito

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Sono già noti nell'ambiente medico-scientifico, anche se poco sottolineati in Italia, i danni che il consumo di alcol nelle

donne in gravidanza può provocare sul feto e sulla vita futura del nascituro, sia dal punto di vista dello sviluppo

morfologico che intellettivo.
La novità è che anche poche gocce di alcol rappresentano un pericolo reale per il feto, e non solo il consumo forte e

continuativo.
È la conclusione cui è giunto un gruppo di scienziati francesi, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sul

periodico specializzato 'La Revue du praticien - Medecine generale'.
Secondo Damien Subtil dell'ospedale di Lilla, anche il consumo a deboli dosi ha effetti negativi sul nascituro, in quanto l'

alcol attraversa la placenta ed e' potenzialmente tossico per le cellule nervose del bambino. A questo punto l'unica opzione

ragionevole è quella dell'eliminazione assoluta dell'alcol in gravidanza, mentre rimane il problema di come comunicarlo, in

modo efficace e sistematico alle donne in gravidanza, ma anche a quelle che vogliono rimanere incinte.
Subtil, intervistato da Le Monde, spiega che, dagli esperimenti sugli animali, si deduce che la soglia a partire dalla quale

si osservano gli effetti tossici dell'alcol sul feto e' quando si oltrepassano i 3 bicchieri al giorno da 10 grammi di alcol

l'uno, ma si puo' ragionevolmente immaginare che la ''tossicita' neurologica'' comincia con ''le prime impregnazioni''.
Fra gli effetti principali osservati e formalmente riconosciuti dalla scienza come conseguenze della sindrome fetoalcolica ci

sono i ritardi mentali, i disturbi del comportamento e un piu' basso quoziente intellettivo, testa più piccola del normale,

fessure degli occhi strette, cresta nasale bassa e perdita della solco fra il naso ed il labbro superiore; basso peso alla

nascita, ritardo nello sviluppo fisico; problemi al sistema nervoso centrale, disturbi del sonno, irritabilità. Il ritardo

nello sviluppo incide poi sul livello di attenzione e sulla capacità di apprendimento. Possono verificarsi anche problemi ai

muscoli, alle ossa alle articolazioni, difetti ai genitali, al cuore e ai reni.
A lanciare in Italia un segnale di attenzione verso questo fenomeno, era stato, un anno fa, un convegno internazionale sulla

sindrome, ospitato dall'universita' La Sapienza di Roma nel quale fu annunciato un progetto di ricerca Italia-Usa per mettere

a fuoco i danni della malattia e la sua prevalenza.
Negli Usa la sindrome colpisce ben 2 bimbi su 1000 nati.