L'alcol tra i giovani: quel goccetto ai bambini nelle festicciole
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Ma il "rito di iniziazione" si compie a 10 anni. Oltre il 96 per cento degli adolescenti residenti nella nostra provincia ha "assaggiato" per la prima volta l'alcol quando aveva meno di dieci anni.
E circa quattro giovani su cinque devono abitualmente alcolici nel fine settimana. Sono alcuni dati rilevati dall'Asl di Lecco nello scorso anno, attraverso questionari distribuiti nelle scuole superiori della provincia.
Numeri alti, indubbiamente, che aiutano a inquadrare meglio il problema dell'uso dell'alcool tra gli adolescenti. «Vietare il consumo di alcol tra i minori di 16 anni? Un'ottima proposta: anche se, ovviamente, non ci si deve fermare lì. Il discorso deve andare oltre». A commentare positivamente la scelta compiuta dal primo cittadino di Barzanò, Franca Colombo, di vietare l'uso di alcol ai giovani, sulla scia dell'esperienza milanese, è la dottoressa Damaris Rovida, responsabile del servizio alcologia dell'Asl. «Premesso che già l'articolo 689 del Codice penale vieta la somministrazione di alcolici agli under 16, mi pare che questa iniziativa possa contribuire a dare delle regole ai giovani, che per crescere hanno bisogno di limiti che vengano stabiliti in modo chiaro. Inoltre, una disposizione di questo tipo, come quella approvata dal Comune di Barzanò, contribuisce a far sì che del problema alcol tra i giovani si parli: a livello politico e amministrativo, ma anche tra i genitori e gli educatori».
Da anni l'Azienda sanitaria locale porta avanti una serie di iniziative di prevenzione sul fronte della dipendenza da alcol. Lo scorso anno, ad esempio, il Sert ha distribuito questionari anonimi in 19 classi degli istituti superiori della provincia: quello che emerge dalle risposte spontanee dei ragazzi è un «quadro preoccupante», afferma la dottoressa Rovida. I dati: il 96,2 per cento degli intervistati ha provato alcol e, addirittura, ha bevuto la prima volta alcolici a meno di dieci anni. «Capita, purtroppo di frequente, magari alla festa del cuginetto o a quella del fratellino: occasioni di festa che i genitori volentieri "bagnano" con l'alcol. In questo modo sono proprio i familiari che, inconsapevolmente, iniziano i figli all'uso degli alcolici». Dal sondaggio emerge poi che l'84 per cento degli adolescenti usa l'alcol nel weekend. Il 7,48 per cento dei maschi e il 4,91 per cento delle femmine assume alcol quotidianamente con una bassa percezione del rischio. Infine, il 38,9 per cento ha dichiarato di aver guidato un veicolo dopo aver usato sostanze stupefacenti o alcolici e il 50,9 per cento ha dichiarato di essere salito su un veicolo condotto da un amico (o un'amica) che aveva usato sostanze stupefacenti o alcolici. «Una tendenza abbastanza diffusa è quella di rifornirsi di alcolici nei supermercati, dove non c'è controllo. Quindi, si beve nel parcheggio fuori dalla discoteca, o prima di metter piede nel bar o nel locale prescelto per trascorrere la serata. Nei locali gli adolescenti sono mediamente più osservati: bere prima, inoltre, aumenta l'euforia, "prepara" alla serata con gli amici». Già, e qui c'è un altro aspetto abbastanza generalizzato: l'idea che bere sia del tutto innocuo. «Per gli adolescenti l'alcol non è considerato una sostanza psicoattiva, che altera cioè le facoltà cerebrali. È usato per incrementare lo "sballo" di una serata con gli amici. Insomma: nessuna percezione del rischio. E anche quando parliamo ai giovani di ritiro della patente, o di incidenti in stato di ebbrezza, il pensiero comune è: non succederà mai a me».