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L'analisi dei microcristalli svela l'identità delle droghe

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L'analisi dei microcristalli svela l'identità delle droghe
fonte: Forensic Science International
Pubblicato sulla rivista Forensic Science International, uno studio che illustra come un semplice test microchimico permetta lo screening

rapido per le droghe sintetiche mefedrone, benzilpiperazina (BZP) e 5,6-metilendiossi-2-aminoindano (MDAI), usando cloruro di mercurio.

Questo reagente era già stato utilizzato da altri ricercatori per l'identificazione di droghe quali il metadone e la diamorfina. Gli autori

hanno sviluppato e provato il test, utilizzando dei campioni standard e mescolandoli in una soluzione acquosa di cloruro di mercurio. Ogni

droga forma dei microcristalli caratteristici che possono venir osservati utilizzando un apposito microscopio (a contrasto di fase e a luce

trasmessa). Il test della formazione dei microcristalli proposto da a firma di Leonie Elie e collaboratori della University of Lincoln nel

Regno Unito, richiede tempi molto ridotti (10 minuti), la semplice dissoluzione di pochi granuli di campione in 10 mL di acqua, l'aggiunta di

10 mL di reagente e una breve attesa per la formazione dei cristalli. L'analisi al microscopio richiede anch'essa pochi minuti e viene

effettuata per confronto dei cristalli ottenuti per il campione incognito, con quelli di molecole standard, che ad esempio, per il mefedrone

risultavano essere costituiti da una sorta di coccarda con estremità appuntite. Il test si presta dunque ad uno screening rapido di diverse

tipologie di droghe e non richiede l'uso e manutenzione di strumentazioni analitiche complesse. Il metodo è stato provato su 7 prodotti

acquistati attraverso Internet ed etichettati come "legal high": da un confronto dei cristalli ottenuti per i campioni acquistati con quelli

degli standard noti e i dati analitici ottenuti con tecniche più tradizionali (FTIR-ATR e GC-MS) è stato verificato che solo uno dei sette

prodotti conteneva quanto riportato in etichetta e che da cinque di essi si erano ottenuti cristalli di BZP e caffeina, presumibilmente usata

come agente da taglio. E' stato inoltre osservato che nessuno dei cristalli formatisi era stato mascherato o influenzato dalla presenza di

altri composti presenti nelle miscele analizzate.
L. Elie, et al., Microcrystalline identification of selected designer drugs, Forensic Sci. Int. (2011), doi:10.1016/j.forsciint.2011.08.005


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)