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L'Aquila: osservatorio sulle patologie di dipendenza

L'Aquila: osservatorio sulle patologie di dipendenza

La Asl dell'Aquila, nel dopo sisma, ha registrato un incremento di casi trattati superiore al 30 per cento. Non solo disturbi

psicologici, piu' evidenti nell'imminenza della tragedia, ma anche fisici. Tra i piu' frequenti, problemi cardiovascolari,

diabete e tutta una serie di patologie connesse all'obesita' e alla totale assenza di attivita' fisica. Il quadro e' stato

delineato dai professori ordinari di Pschiatria all'Universita' dell'Aquila, Massimo Casacchia ed Alessandro Rossi, che

stamane hanno presentato il progetto ''Benessere psicologico'', screening ad ampio raggio su un campione di tre mila persone.

Malattie per lo piu' conseguenza di stili di vita cambiati, abitudini comportamentali stravolte. ''Il fatto di stare negli

alberghi - ha spiegato Rossi - facendo tre pasti al giorno in totale sedentarieta', ad esempio, ha determinato nei soggetti

aumenti di peso notevoli, con l'innalzamento dei normali valori. A cio' e' andata ad aggiungersi una nuova socialita', fatta

di bar, pub e birrerie, che ha portato ad un'impennata nelle richieste di cura per assunzione eccessiva di bevande

alcoliche''. In crescita, dunque, anche il consumo di farmaci utili a combattere insonnie ed agitazioni. Ma anche per tutte

le altre patologie. I due medici hanno comunque confermato che il fenomeno e' in via di normalizzazione. A pesare sulla

bilancia, nei mesi subito successivi al terremoto, anche la generale sensazione di precarieta' sulla localizzazione di medici

e farmacie che magari spingeva tanti ad approfittare dell'occasione per accaparrarsi piu' medicine possibili, nel timore di

rimanerne sprovvisti.

Rossi ha individuato negli anziani la categoria piu' fragile e piu' duramente colpita dalla separazione con un habitat

protettivo e ritagliato sulle proprie necessita'. Ma anche sui giovani l'effetto sisma e' stato devastante. Alle cure dei

sanitari sono ricorsi circa 500 universitari in difficolta' a rapportarsi con un futuro che non avevano programmato.