L'emergenza giovani scende sotto i 14 anni
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A Genova, promosso su Facebbo c'era stato anche l'ironico, ma non troppo, convegno del "Bottiglione" con appuntamento in piazza De Ferrari. Alcool sempre più diffuso tra i giovani con un aumento vertiginoso del numero dei ricoveri per alcoolismo, coma etilici (l'ultimo caso grave il mese scorso a Diano Marina, vittime due ragazze di 17 anni) problemi legati alla dipendenza. Con dato preoccupante: dei 273 ricoveri annuali legati all'alcol, ogni 100 mila abitanti, ben 10 riguardano minorenni addirittura al di sotto dei 14 anni. E in Liguria le cifre della piaga dell'alcolismo sono pesanti.
L'alcool provoca ogni anno in Liguria infatti 1.500 morti, 270 ricoveri ogni 100 mila abitanti sono direttamente collegati all'alcol, e 10 riguardano ragazzi al di sotto dei 14 anni. I dati sono stati resi noti nel corso del convegno «Emergenza Alcol in Liguria» organizzato dall'Azienda ospedaliera universitaria `San Martino´ e dalla Società Italiana Alcologia.
LE PATOLOGIE ALCOLICHE, "FEGATO SPAPPOLATO"
Ma molti anche i tumori al seno legati alle patologie da abuso alcolico
Era una canzone must di Vasco Rossi (Fegato fegato spappolato) e fra le patologie causa di decessi legate all'alcool, ha spiegato il professor Gianni Testino, Membro del direttivo nazionale della Società Italiana di Alcologia, il 50% sono malattie del fegato, il restante 50% riguarda altre patologie internistiche e tumori, alla mammella soprattutto. Poi ci sono gli incidenti stradali, quelli sul lavoro, i suicidi.
GIOVANISSIMI CON LA BOTTIGLIA
Il dato più allarmante riguarda il forte incremento dei ricoveri ospedalieri nella fascia di età fra i 12 e i 17 anni (+ 110% nelle femmine). Nell'età maggiormente produttiva, dai 35 ai 55 anni, si registrano 560 ricoveri ogni 100.000 abitanti nei maschi e 200 nelle femmine. Ottimi risultati, ha spiegato il professor Testino , si stanno ottenendo dall'integrazione tra i servizi territoriali e quelli ospedalieri e l'inserimento nel percorso terapeutico delle associazioni che attraverso la creazione dei `gruppi´ garantiscono il raggiungimento della motivazione a smettere di bere e soprattutto garantiscono la continuità dell'astensione. Si è così assistito ad un incremento del 50% del numero di astensioni, ad una riduzione globale del 50% dei ricoveri e ad una riduzione globale del 20-30% dei trapianti di fegato.
Al convegno è intervenuto anche il sottosegretario Giovanardi che ha spiegato i provvedimenti in materia previsti dal Governo (vendite off limits di alcolici dopo le 2 anche nei bar) e come il problema a livello giovanile sia sottovalutato.
GIOVANARDI, DIVIETO VENDITA ANCHE IN BAR DOPO LE 2
No alla riduzione del tasso alcolemico, ma inasprimento dei controlli e divieto di vendita di alcolici dopo le due di notte anche in bar e ristoranti. Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Carlo Giovanardi con delega alla famiglia e alle dipendenze ha riassunto la sua posizione in merito all'emergenza alcool. «Il moltiplicarsi dei controlli, più di un milione rispetto a quelli di una volta, e le sanzioni severe incominciano a dare dare risultati. Nel 2008 e nei primi tre mesi del 2009 c'è stato un calo del 10-15% della mortalità. Purtroppo rimangono fuori controllo i fine settimana: negli ultimi 19 anni quasi 10.000 ragazzi dai 18 ai 23 anni hanno perso la vita nelle stragi del sabato sera». «Negli USA - ha aggiunto - l'alcool non si somministra ai minori di 21 anni in nessun locale pubblico e il divieto di alcolici è per tutti dopo le 2 di notte. Un conto è bere alle 22, un conto alle 3 di notte: dalle 3 alle sei del mattino l'attenzione crolla già di per sé. Se si aggiungono gli effetti dell'alcool, la stanchezza, qualche pastiglia. Il rischio incidente è dietro l'angolo».
SOTTO I 18 ANNI, PROBLEMA SOTTOVALUTATO
«C' è un problema culturale, di sottovalutazione dei pericoli derivanti dall'abuso di alcool soprattutto prima dei 18 anni»: lo ha detto il sottosegretario Carlo Giovanardi, oggi a Genova per un convegno. Gli alcolici, ha spiegato il sottosegretario con delega alla famiglia e alle dipendenze, vengono somministrati a ragazzi di 12, 13 e 14 anni, nonostante la legge in vigore in Italia che ne vieta la somministazione ai minori di 16 anni. Secondo il sottosegretario va «riproposta con determnazione l'azione repressiva» e contemporaneamente perseguita la strada delle prevenzione. «Bisogna cominciare fin da subito in tutte le sedi educative (famiglia, scuola, parrocchia, società sportive) ad insegnare ai giovani un corretto uso dell'alcool. È impossibile che governo e parlamento possano risolvere un problema di questo tipo» ha affermato. «Da noi - ha proseguito - il bere significa accompagnare il pasto ad un vino di qualità. Mentre quello che accade nei fine settimana è un consumo smodato di alcool di pessima qualità in orari nei quali l'alcool non viene utilizzato per socializzare ma per la trasgressione e lo sballo. Una moda tipica del Nord Europa».
LAVORI SOCIALMENTE UTILI AL POSTO DELLE SANZIONI
In alternativa alle sanzioni per i reati derivanti dall'uso dell'alcool promuovere attività socialmente utili collegate al settore. La proposta è emersa oggi dal convegno «Emergenza Alcol in Liguria», organizzato dall'ospedale San Martino e dalla Società Italiana di Alcologia, e concluso dal sottosegretario Carlo Giovanardi. La proposta è stata definita fattibile da Giovanardi: «È una possibilità già prevista per le droghe e potrebbe essere estesa all'alcool» ha affermato. L'alcool è il terzo fattore di rischio per morte e disabilità ed è responsabile del 35% dei trapianti di fegato in Italia ha affermato il prof. Gianni Testino, gastroenterologo dell'ospedale San Martino, e membro del direttivo nazionale della società italiana di alcologia. Gli alcolisti in Italia sono 1,5 milioni mentre sono 9 milioni i soggetti a rischio. Ogni anno, l'alcool uccide 40.000 persone in Italia ed è responsabile del 50% degli incidenti stradali, del 40% degli incidenti sul lavoro e del 30% dei suicidi. La stretta integrazione fra i servizi territoriali e quelli ospedalieri, una via sperimentata con successo in Liguria, ha permesso di ridurre del 50% i ricoveri ospedalieri.