L'estate tragica della pirateria stradale: il 21,7% dei "pirati" ubriaco o drogato
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L'estate tragica della pirateria stradale: il 21,7% dei "pirati" ubriaco o drogato
Luglio e agosto senza differenze sul fronte della pirateria stradale: 87 episodi gravi nel primo e 88 nel secondo dei due mesi cruciali
dell'estate. Come dire 175 gravi episodi che hanno causato 26 morti e 207 feriti. E in cui il fato non c'entra nulla, perché qui non si parla
di incidenti ma di pirateria stradale, dove il 21,7% dei guidatori che hanno causato i sinistri erano ubriachi o sotto l'effetto di droga.
foto Dal WebNasce da questi dati il lungo discorso sull'omicidio stradale e sull'eventualità di introdurlo nel nostro ordinamento penale.
Un'esigenza, più che altro un modo per dare certezza attuativa al principio sanzionatorio che "chi uccide al volante perché ebbro, drogato o
perché impegnato in corse clandestine deve pagare la sua condotta grave". E ciò indipendentemente dal fatto che il codice della strada già
contenga al suo interno alcune norme che individuerebbero sanzioni pesanti (detentive) in caso di responsabilità gravi di chi causa un
incidente.
I dati sono forniti dall'Asaps, l'associazione della polizia stradale, che per i primi 8 mesi del 2011 ha censito 522 episodi gravi nei quali
hanno perso la vita 81 persone (di cui 41 pedoni e 12 ciclisti) ferendone altre 625. Se alcol e stupefacenti certificati sono la principale
causa di questi veri e propri "delitti" commessi in strada, non meno sorprendente è il fatto che nell'8% dei casi l'episodio grave è stato
causato da chi non aveva copertura assicurativa o l'aveva falsa! Una condotta criminale doppia dunque, da veri incalliti del crimine. I
guidatori stranieri sono protagonisti in negativo per il 24,1%, ma nell'8,4% sono vittime della pirateria stradale.
L'Asaps considera inoltre come il pirata, in questi 8 mesi, sia stato identificato 345 volte, come dire che uno su tre la fa franca
completamente. I denunciati sono stati 228, meno della metà, e l'arresto è scattato in 117 casi e talvolta solo in seguito alle pressioni di
stampa e opinione pubblica che hanno stigmatizzato le condotte al volante più sconsiderate.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)