L'etilometro è attendibile? Le considerazioni di uno scienziato
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Al Forum "Vino, quale futuro" organizzato dai vignaioli, lo scienziato americano Michael Hlastala ha ribadito una sua
convinzione: l'etilometro non misura con precisione la quantità di alcol nell'organismo.
CERTEZZE... INCERTE? - Un'arma per combattere la piaga della guida in stato d'ebbrezza si chiama etilometro: è l'apparecchio
usato dalle forze dell'ordine per misurare la quantità di sangue nell'organismo. Il suo funzionamento è semplice: l'
automobilista soffia due volte nel dispositivo e, in caso di superamento del limite di mezzo grammo di alcol per litro di
sangue (soglia prevista in Italia, e in quasi tutta Europa), l'automobilista viene multato. Ma c'è chi distrugge ogni
certezza, come il professor Michael Hlastala, fisiologo e biofisico dell'Università dello Stato di Washington, che da anni
porta avanti la sua teoria contro l'etilometro, ritenendolo inaffidabile. Una convinzione ribadita pochi giorni fa al "Boroli
Wine Forum 2010", dal titolo "Vino, quale futuro", svoltosi a Castiglione Fallletto (Cuneo), sulle colline delle Langhe, e
organizzato dalla Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti).
QUESTIONE DI ARIA - Il test dell'etilometro - è la teoria del professor Hlastala - si basa sull'assunto che la concentrazione
di alcol presente nell'ultima porzione di aria espirata sia pari a quella presente negli alveoli polmonari, una
concentrazione correlata a quella di alcol nel sangue. Secondo lo scienziato, questo non corrisponde a realtà: l'alcol nell'
aria contenuta nei polmoni interagisce con il muco e con l'acqua presenti nelle vie aeree polmonari. Così, la concentrazione
di alcol nell'alito dipende dalla quantità d'aria inspirata prima dell'esecuzione del test, nonché dalla quantità d'aria
espirata nell'apparecchio. Due fattori non misurati né controllati: risultato, il margine d'errore dell'etilometro è
considerevole. Stando alle idee di Hlastala, l'etilometro è da bocciare: l'unico sistema per individuare un guidatore ebbro è
l'esame del sangue.
INTERESSI PESANTI - Capiamo gli interessi colossali in gioco: la battaglia contro la guida in stato d'ebbrezza, e la
tolleranza zero verso i neopatentati (in Italia, chi ha la patente da meno di tre anni non può bere nemmeno un goccio d'alcol
prima salire in auto), possono influenzare negativamente la vendita di alcolici e danneggiare l'immagine del vino. Ma l'
etilometro era e resta uno strumento utilissimo per individuare chi commette la gravissima infrazione della guida in stato
alterato da alcol.
GUERRA DEI NUMERI - Inoltre, allo stesso Forum sul vino, è stato ribadito che, secondo i dati Istat, in Italia solo il 3%
degli incidenti è dovuto all'alcol. Tutto vero. Però le forze dell'ordine intervengono solo quando l'incidente è grave (non
vengono verbalizzati tre milioni e mezzo di sinistri l'anno). E indicano le cause degli incidenti nei modelli Istat che hanno
in dotazione: qui gli agenti "barrano" solo un numero limitato di voci. Se l'ebbro ha violato più norme (superamento dei
limiti di velocità, passaggio col semaforo rosso, mancata precedenza), questi elementi emergono nelle statistiche ufficiali
come unici fattori. L'ebbrezza diventa saliente se viene identificata come unico elemento causale. I vignaioli (che comunque
consigliano di bere con moderazione) si "dimenticano" di citare le statistiche dell'Organizzazione mondiale della sanità: un
incidente grave su tre è dovuto all'alcol.