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L'happy hour induce all'alcolismo? I risultati di una ricerca

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Uno studio dell'Università della Florida, pubblicato da "Alcoholism: Clinical and Experimental Research"
I drink a basso prezzo spingono i giovani a vuotarsi le tasche ed a bere senza moderazione.
Divertimento a caro prezzo. L'happy hour ed iniziative simili "consigliano male" i giovani, spingendoli ad assumere troppi alcolici ed indirizzandoli verso l'alcolismo.
Lo sostiene una ricerca dell' Università della Florida, diretta dal dottor Ryan O'Mara e pubblicata da "Alcoholism: Clinical and Experimental Research".
Gli studiosi si sono appostati fuori dai bar della zona universitaria per quattro sere di fila, intervistando i ragazzi sulle modalità della loro bevuta e sottopondendoli al test del palloncino, arrivando a calcolare il costo del grammo in alcol.
Essi hanno così scoperto come se i drink sono scontati, i giovani bevono di più e si espongono a un maggior rischio di intossicazione da alcol; se gli alcolici sono a prezzo pieno, i ragazzi li acquistano lo stesso ma si moderano, se non altro per non svuotarsi del tutto le tasche.
Insomma, le politiche di prezzi bassi e bere per tutti (come quelle effettuate da pub e locali in Italia, he offrono l'happy hour, gli alcolici scontati in orari ben precisi) fanno bene ai commercianti, ma non alla salute.
Commenta il dottor O'Mara: "Vorremmo che i gestori dei bar capissero che ribassare i prezzi non è una scelta opportuna per la salute pubblica. Molti affermano che gli sconti sono una politica necessaria perché altrimenti i ragazzi non consumerebbero, ma non è così: i dati raccolti indicano che gli studenti acquistano anche drink un po' più cari e, se pagano un po' di più per ciascuna bevuta, si auto-limitano e hanno meno probabilità di ubriacarsi".
Sulla stessa linea di pensiero il dottor John Clapp, direttore del Center for Alcohol and Drug Studies dell'università di San Diego: "Il fatto che all'aumento dei prezzi si associ un minor rischio di intossicazione da alcol è plausibile: è vero nella popolazione generale, a maggior ragione fra i più giovani che in genere hanno disponibilità economiche limitate. Per questo i listini dei bar frequentati dai ragazzi contano eccome".
Morale della favola: più caro costa il bere, meno si beve. E meno si beve, meglio si sta.
Conclude così il dottor O'Mara:"Tutte le politiche che possano disincentivare il bere, compreso il no agli sconti sugli alcolici nei locali frequentati dai ragazzi, dovrebbero essere prese in seria considerazione".
Matteo Clerici