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L'Inghilterra e lo "scandalo del'alcol": proposte le celle e gli autobus antisbronza

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"Troppi ubriachi" l'Inghilterra vuole le celle anti-sbornia
Gli inglesi con problemi di dipendenza dall'alcol sono 1,6 milioni
La crociata di Cameron contro l'abuso di alcol: "In prigione fino a quando non saranno sobri"
ANDREA MALAGUTI
«È uno scandalo quotidiano con cui ora faremo i conti». Così parlò David Cameron, primo ministro di Sua Maestà, in visita a un ospedale del

Nord-Est del Paese, costretto a confrontarsi con le ultime due fotografie scattate sull'Inghilterra alcolica. La prima è del «Daily Mail». E

ha fatto il giro del Regno. È un dettaglio. Ma fa impressione. Scattata a Manchester, fuori da un pub. Sono le tre di notte. Si vede una

ragazza, evidentemente minorenne, spalmata sull'asfalto, con una gamba che penzola giù dal marciapiede. Le calze rotte. Ha un vestito nero, elegante, i capelli raccolti in una coda e il viso schiacciato su un braccio, la bocca spalancata.
La didascalia dice che è in coma etilico, in attesa di un'ambulanza che arriverà tre minuti dopo. Di fianco a lei una bottiglia rovesciata di

Pinot Grigio. La seconda fotografia l'ha fornita invece l'Ufficio Nazionale di Statistiche e restituisce il quadro generale: gli scatti

identici a quello di Manchester potrebbero essere seicento ogni sera. Va da sé che è una media. Diciamo cento il lunedì e ottocento il fine

settimana. Nel 2011 i ricoveri per problemi legati all'abuso di alcol sono stati duecentomila. Il doppio di dieci anni fa. «Un costo di 2,7

miliardi di sterline per il servizio sanitario nazionale», ha spiegato il premier. Ma il conto arriva a 20 miliardi se si calcolano danni ai

locali, pulizie, straordinari per polizia e medici, o magari gli incidenti stradali. Un effetto domino senza fine. «Inaccettabile. Bere

responsabilmente deve diventare una realtà. Non uno slogan».
E per dimostrare che non stava scherzando Cameron ha svelato il piano da sottoporre al Parlamento dopo un confronto durato oltre un anno con le aziende che producono alcolici. Tre i punti chiave. Il primo: «drunk tanks», celle mobili. Sul modello americano. Prigioni volanti in cui verranno rinchiusi gli ubriachi in attesa che smaltiscano la sbornia. Nessuna incriminazione per loro, ma saranno tolti dalla strada il numero di ore necessario a impedire che facciano danni. Il secondo: «booze buses», autobus antisbornia, con infermieri a bordo che raccoglieranno i ragazzi fuori controllo e li aiuteranno a trovare la strada di casa. Il terzo: l'aumento del prezzo minimo dell'alcol. Oggi è libero. Basterebbe alzare il costo a mezza sterlina a unità per evitare duemila morti l'anno. Le associazioni dei produttori sono contrarie e sostengono che anche l'Unione Europea lo sarebbe. «La scelta sarebbe in contrasto con le norme del libero commercio». Non con quelle del buon senso. I numeri dell'associazione Alcohol Concern dimostrano che - nonostante 1,6 milioni di persone con problemi di dipendenza dal 2004 il numero dei bevitori è calato del 13%. «Dunque il prodotto è di qualità peggiore».
Anche Harry Potter, l'attore Daniel Radcliffe, ha deciso di dare il proprio contributo alla crociata. «Alzavo il gomito anch'io. Credevo che

fosse un modo per essere più felici. Sono ricco. Privilegiato. Ma non basta mai. C'è molta pressione. Ai ragazzi viene detto di continuo:

cerca di essere felice. E se loro non ci riescono si sentono sbagliati. Così ricorrono a rimedi facili». Racconta la storia di un amico-

collega. Una sera un poliziotto lo trovò mentre sbuffava cercando di spostare una panchina imbullonata al marciapiede. Quello gli chiese: che

fai? Lui lo fissò con occhi indignati, come se l'agente fosse troppo stupido per capire la serietà del suo lavoro. Poi precipitò a terra

ridicolmente, attratto dalla forza enigmatica della gravità. Radcliffe lo riportò a casa. «Ma lì ho capito che era davvero troppo».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)