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Di nuovo a dieta? Durante l'aperitivo non rinunciare alla birra. Ecco i perché


ROMA - A dispetto dei pregiudizi, i nutrizionisti e i medici sono concordi: la birra non fa ingrassare, anzi. Può persino essere inserita in qualsiasi regime dietetico. A riabilitare la bionda il ridotto apporto di calorie - 100 ml di birra contengono infatti 35 calorie -, e le sue proprietà: composta da acqua, anidride carbonica, zuccheri, destrine, albuminoidi, sostanze provenienti dal luppolo e glicerina, nella bevanda si trovano anche le vitamine B2, B9 e B3 (Niacina), un rapporto calcio-fosforo ottimale e basse quantità di sodio. Scegliere un bicchiere di birra durante un aperitivo vuol dire ingerire la metà delle calorie rispetto all'equivalente di vino rosso, 1/7 rispetto a superalcolici come grappa e whisky e, a parità di calorie, meno zuccheri che bevendo un succo di frutta.

Chi segue una dieta ipocalorica invece deve porre attenzione agli snack che accompagnano l'happy hour: un etto di pistacchi comporta 562 calorie, le olive nere 235, le noccioline 580. Il valore calorico della birra si può riportare principalmente all'alcol che contiene: se per una chiara si calcolano 35 calorie ogni 100 ml, un prodotto light ne ha 28 e una delle più robuste come le stout o le birre di abbazia al massimo 60. Dunque godersi una birra durante la dieta si può, l'importante è farlo con moderazione, non più di due volte a settimana, tenendo sempre conto che il consumo di alcolici è comunque sconsigliato ai giovani sotto i 18 anni, a chi deve fare lavori in cui è richiesta attenzione, a chi è molto sovrappeso, a chi è in gravidanza e in allattamento. Importante poi sapere che accompagnare la bevanda con qualcosa di sano da mangiare riduce la velocità di assorbimento dell'alcool e aiuta a fruire in modo corretto i suoi benefici nutrizionali.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)