«La birra in più che ci ha rovinato la vita»
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Le "vittime" dell'etilometro si sfogano sul web: «Siamo pentiti, ma questa legge spinge la gente sul lastrico»
Il Corriere della Sera 15 settembre 2009
MILANO- Chi si mette al volante non deve bere: un invito imperativo che giunge ormai da tutte le istituzioni, Unione Europea compresa. Il principio di incompatibilità assoluta tra il consumo di alcool e la guida, già acquisito da tempo in altri paesi, si va imponendo anche da noi. Il rigore adottato dal legislatore però, secondo il parere di molte «vittime» dell'etilometro (e anche di alcuni giuristi), va al di là dell'effetto deterrente che intende innescare. «Chi guida ubriaco è indifendibile - scrive Marco B. (tasso 0,79, in attesa di ricevere notifica dalla prefettura) su uno dei tanti forum online dedicati all'argomento - Ma con questa legge non si educa, si reprime, si umilia e si rovina la gente». Sono migliaia gli italiani (persone di ogni età, incensurate, mai una multa, non alcolisti, fermati nel weekend per un normale controllo senza infrazioni) che hanno scoperto a giochi fatti in quali guai si sono ficcati per aver guidato con una birra di troppo in corpo dopo una cena tra amici.
CONSEGUENZE - Crisi coniugali, perdita del lavoro, depressioni, vite rovinate, isolamento nelle realtà territoriali più piccole, ingestibilità della vita quotidiana nelle famiglie numerose. E tanta rabbia. Si legge di tutto nelle oltre 640 pagine di post nel forum del sito Infoius.it, sorta di sfogatoio dei «condannati». Non c'è un solo utente tra costoro - va detto - che non ammetta l'errore, che non abbia compreso (gioco forza) l'antifona. Ma il veto sull'uso di qualunque veicolo per un periodo dai tre mesi ai due anni (compresi i "cinquantini"), la confisca dell'auto, la fedina macchiata, l'attesa del processo, una sanzione che può arrivare a diecimila euro, le visite mediche e il percorso riabilitativo al Sert, vengono vissuti come un incubo di stampo orwelliano che nessuno poteva immaginare mentre ordinava il malaugurato ultimo drink. Migliaia di automobilisti (19.496 dallo scorso gennaio a oggi, 29.667 nel 2008 - dati Polstrada) costretti a fare debiti per pagare sanzioni, avvocati, visite mediche, sentendosi poi agli «arresti domiciliari», «trattati da criminali pur non avendo fatto - dicono - male a nessuno». Ma è su questo concetto che si scava l'equivoco: per l'art. 186 del Cds, l'automobilisti colto in fallo compie a tutti gli effetti un «crimine», e come tale va punito, in sede civile e penale.
PIU' CONTROLLI - «Nessuno contesta il principio su cui si basa la normativa» afferma Mary Corsi, avvocato fondatrice del sito Blog Consulenza Legale, «tuttavia ci si chiede se un tale inasprimento sia funzionale allo scopo, ovvero la diminuzione degli incidenti, e se non sia più incisivo piuttosto l'incremento dei controlli, che per esempio in Francia sono dieci volte tanto che da noi». Nella norma si riscontra «un impeto legislativo abnorme» afferma Michele Ainis, docente di Istituzioni di diritto pubblico presso l'Università di Roma Tre: «Qui pare si vogliano colpire cento, che bevono due bicchieri di vino a cena, per educarne uno, quello che guida come un pazzo all'alba con mezzo litro di superalcolico in corpo». A chi, anche tra i giuristi, solleva dubbi sulla funzionalità della legge 186, e sulla costituzionalità di certe sue parti (in particolare nel merito della confisca dell'auto, che può arrecare ingiusti danni a terzi - i familiari -, e risulta un onere differente in base al valore dell'auto), i sostenitori della linea dura contrappongono una lista di dati ritenuti ineccepibili: che oltre lo 0,2 di tasso di alcolemia del sangue - lo dice l'Istituto superiore di Sanità - la risposta ai riflessi già rallentata. Che fatto pari a 1 il rischio di incidenti quando si è sobri - secondo una stima dell'Organizzazione mondiale della Sanità - cresce a 380 quando il tasso alcolemico è pari o superiore a 1,5 g/l». E su tutto, la stima della Consulta Nazionale sull'alcol secondo cui ben il 40% degli incidenti stradali che avvengono (quest'anno già 50.915 in totale) sarebbero provocati dagli effetti dell'alcol.
DISCUSSIONE - Ma in questo clima di tolleranza zero, e di opportuno rigore (è al vaglio in Parlamento, dopo l'ulteriore inasprimento in vigore dallo scorso 8 agosto, l'ipotesi di abbassare la soglia consentita allo 0,2%) emerge un fenomeno che andrebbe osservato: i tanti che sul web raccontano le loro storie non minimizzano l'accaduto, si dicono pentiti, riconoscono la funzione deterrente della legge, sono pronti a pagare sanzioni. Ritengono però che lo Stato «per l'errore di una sera» che non ha causato «alcun danno a terzi», non possa irrompere nella loro vita e rovinarla, mettendo a repentaglio il lavoro, la stabilità e gli equilibri familiari. Alcuni propongono mobilitazioni, addirittura di scrivere al Presidente della Repubblica. Perché le ricadute di questa legge giusta pare stiano diventando per molti un problema serio.