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La cocaina danneggia le sinapsi: lo rivela uno studio italiano

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La cocaina fa saltare i ponti del cervello
Riduce la concentrazione di una piccola molecola indispensabile per assicurare una corretta comunicazione tra i neuroni


Alla base dei danni cerebrali causati dalla cocaina c'è un'alterazione della funzione delle sinapsi, i ponti di comunicazione tra i neuroni. L'alterazione è dovuta alla diminuzione della concentrazione di una piccola molecola, la d-serina, indispensabile per assicurare una corretta comunicazione tra i neuroni a livello delle sinapsi.


È quanto hanno scoperto ricercatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore-Policlinico Gemelli di Roma, insieme con colleghi dell'Università degli Studi dell'Insubria di Varese, in una ricerca condotta su animali da laboratorio appena pubblicata sulla rivista Brain.


L'abuso e la dipendenza da sostanze psicostimolanti come la cocaina costituiscono un importante problema socio-sanitario per il nostro Paese. Secondo recenti indagini epidemiologiche (2010) circa il 4,8% della popolazione italiana di età compresa tra 15-64 anni ha provato ad assumere cocaina almeno una volta nella vita, mentre lo 0,9% ammette di averne consumata anche nel corso dell'ultimo anno. L'abuso di cocaina si associa a una serie di alterazioni comportamentali tra cui la ricerca compulsiva della droga e l'elevata suscettibilità alla ricaduta anche dopo lunghi periodi di astinenza.


«Abbiamo dimostrato che l'abuso cronico di cocaina induce, in animali da esperimento, una diminuzione della concentrazione di d-serina nel nucleus accumbens, un nucleo cerebrale coinvolto nei fenomeni di dipendenza da sostanze psicostimolanti", ha spiegato Marcello D'Ascenzo dell'Istituto di Fisiologia Umana dell'Università Cattolica di Roma. «Tale deficit molecolare - continua il fisiologo della Cattolica - determina, in questa area cerebrale, una ridotta capacità dei neuroni di modificare l'efficienza della trasmissione sinaptica (plasticità sinaptica) che è alla base delle alterazioni comportamentali indotte dalla cocaina».


Il gruppo ha inoltre dimostrato che la somministrazione "locale" di d-serina a livello nel nucleus accumbens previene, nei ratti, lo sviluppo di una caratteristica alterazione comportamentale indotta dalla cocaina: la sensibilizzazione locomotoria, un processo per cui si determina un aumento progressivo e permanente dell'attività motoria.


Il team è ottimista, «sebbene siano necessarie ulteriori indagini, i risultati di questo studio potrebbero rappresentare un punto di partenza verso il possibile impiego della d-serina come farmaco nel trattamento della dipendenza da cocaina», hanno affermato gli autori dello studio.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)