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La crisi economica aumenta il consumo di alcol anche fra chi ha lavoro: una ricerca

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Alcol: studio, crisi economica aumenta consumo anche fra chi ha lavoro
Roma - Perdere il lavoro significa anche non avere soldi a disposizione per i comportamenti potenzialmente insalubri come il bere eccessivo,

secondo la letteratura esistente sul legame fra occupazione e consumo di alcol. Gli studi condotti finora hanno dunque dimostrato tutti che

la salute dei cittadini migliora durante la recessione economica. Ma una nuova indagine dell'economista sanitario Michael French

dell'Università di Miami è giunto esattamente alla conclusione contraria: l'abuso di alcolici aumenta notevolmente se le condizioni

macroeconomiche peggiorano.French e il suo team - riporta la rivista 'Health Economics' - hanno scoperto ad esempio che il 'binge drinking',

cioè l'abitudine di bere fino a ubriacarsi in singole occasioni, aumenta di pari passo con la crescita del tasso di disoccupazione. "Questo

studio è tempestivo, tecnicamente avanzato e originale - dice l'esperto - ed è uno dei primi a mostrare che, anche se il reddito è in calo

per molte persone, i problemi con l'alcol aumentano". L'articolo indica che anche le persone con un lavoro cadono maggiormente nell'alcolismo e hanno maggiori probabilità di guidare dopo aver bevuto troppo, durante un periodo di crisi economica. "Il nostro modo di spiegare questo fenomeno - evidenzia French - è che chi ha un lavoro viene influenzato psicologicamente dalla paura di perdere il proprio impiego a causa della recessione economica. Un 'circolo vizioso' che porta anche loro a bere di più".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)