La differenza tra il carcere e la comunità è che in carcere impari solo ad aspettare...
mia moglie e i miei figli sono stufi di queste situazioni ... La differenza tra il carcere e la comunità è che in carcere impari solo ad aspettare ... In comunità ho imparato a riflettere
Mi chiamo P. ho iniziato a lavorare con mio padre intorno ai 17 anni. I rapporti con i miei familiari andavano molto bene. Dopo essermi sposato, ho lavorato ad Asti, ma non si è realizzata la prospettiva che mi aspettavo a causa di prestiti elevati che non sono riuscito a saldare. Per dirla in breve ho fatto "il passo più lungo della gamba". Per chiudere i buchi ho iniziato a delinquere. Da lì in poi ho capito che gli amici non erano veri amici, ma semplicemente relazioni di comodo. Quando sono andato in carcere, dopo varie riflessioni, ho compreso chi fossero i miei veri amici (li conto sulle dita d'una mano...).
Non riscontro differenze di rapporto con i miei parenti prima del percorso riabilitativo e dopo. In sincerità mi sono sempre stati molto vicino. Ho sempre sentito di appartenere ad un nucleo familiare che mi offriva amore. Spero tanto di raggiungere gli obiettivi proposti dal percorso terapeutico, riuscendo a tornare a casa dalla mia famiglia. Penso che la lezione mi sia servita. Non ho intenzione di cercarmi guai anche perché mia moglie e i miei figli sono stufi di queste situazioni. Ad esempio, sento parecchio la mancanza della festività passate con i miei parenti e non voglio più perdermele. Mi dispiace di non aver richiesto subito il passaggio da carcere in comunità. La differenza tra il carcere e la comunità è che in carcere impari solo ad aspettare e a convivere con persone estremamente pericolose. In comunità ho imparato a riflettere, cosa che non facevo prima. Ringrazio la struttura per la possibilità offerta, nella speranza di riuscire a mettere in pratica ciò che di utile mi hanno insegnato tutti gli operatori.