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La dipendenza da web: l'insidia di questo millennio

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La dipendenza da web: l’insidia di questo millennio

Sono sempre di più i ragazzi e gli adolescenti affetti della sindrome di Hikikomori, con gravi rischi per la salute
Sono circa 240 mila gli studenti fra gli 11 e i 16 anni che passano più di tre ore al giorno davanti a un monitor, che sia esso di un computer o di una consolle. Si tratta di un fenomeno estremamente vasto che interessa giovanissimi, ragazzi e anche adulti, ma che nell’infanzia e nell’adolescenza rischia di generare comportamenti patologici.

A studiare per primi questa dipendenza sono stati i giapponesi, all’inizio degli anni ’80, che hanno definito con il nome Sindrome di Hikikomori i disturbi di isolamento sociale causati da un prolungato utilizzo di computer, Playstation e consolle in generale.
La Federazione italiana degli ordini dei medici (Fnomceo) ha dato l’allarme dal proprio sito, spiegando che questo comportamento di dipendenza spesso viene confuso con psicopatologie diverse, mentre va invece affrontato e risolto attraverso la conoscenza del problema e la prevenzione.
I ragazzi che accusano questo disturbo non soffrono di fobia scolare - il più delle volte sono infatti studenti con un andamento scolastico sufficiente - né possono essere definiti, come talvolta accade, autistici. La dipendenza dal web li estrania dalla vita reale facendoli calare completamente in una realtà virtuale: si allontanano dalle relazioni sociali (amici, familiari ecc.) e dalle attività ludiche (sport, socialità ecc.) trasferendo emozioni, tempo, intelligenza, capacità in un contenitore virtuale che assorbe la loro vita.

Inghiottiti in questo modo dalla rete, conducono una vita parallela a quella reale per una grande quantità di ore: giocano on line, ma anche chattano, utilizzano i social network, navigano, partecipano a forum. La solitudine prolungata e la mancanza di rapporti reali con coetanei e adulti determinano in questi ragazzi la perdita delle competenze comunicative e sociali, mettendo a repentaglio la loro integrità psichica e esponendoli a rischi per la loro salute.
La patologia scatta quando le ore passate davanti al monitor a giocare o navigare diventano molte (8/12 ore al giorno). E’ dunque indispensabile che ci sia una sorveglianza attenta da parte degli adulti sulle modalità di utilizzo di computer e consolle da parte dei ragazzi.
Non solo: è fondamentale che si salvaguardi la vita sociale dei figli adolescenti aiutandoli a guardare “fuori”, a mantenere e coltivare relazioni e interessi, a praticare uno stile di vita sano all’interno del quale sport e relazioni con coetanei e adulti devono avere un posto importante per poter crescere sani sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Tutto questo, ovviamente, senza demonizzare Internet e la rete, ma facendone un utilizzo giusto sia in termini di tempo sia di qualità.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)