La dipendenza patologica da sostanze come stress ciclico
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Con il termine "reazione da stress" in ambito scientifico si intende l'insieme delle risposte adattive, opposte
dall'organismo a determinati stimoli ambientali (stressors) potenzialmente dannosi, a fini omeostatici (64). Lo stress può
essere considerato un fattore importante nel mantenimento del ciclo d'assunzione in cronico delle sostanze d'abuso, tipico
della maggior parte delle dipendenze patologiche da sostanze, soprattutto nella fase di insorgenza della sintomatologia
astinenziale. Tale ciclicità presenta almeno quattro componenti interconnesse funzionalmente ed in sequenza, che inducono e mantengono, nel tempo, la condizione di dipendenza:
1. la fase di craving, inteso come bisogno compulsivo d'assumere sostanze, con aspetti appetitivi di ricerca della
gratificazione, connessa al successivo consumo;
2. la fase d'assunzione della sostanza d'abuso, con tutti gli effetti gratificanti caratteristici, indotti in acuto, dalla
sostanza d'abuso;
3. la fase d'ansia anticipatoria, connessa alla fine dell'effetto gratificante indotto dalla sostanza, ma anche alle
preoccupazioni ed aspettative negative, per il timore dell'insorgere della successiva fase astinenziale;
4. la fase d'astinenza, con i tipici sintomi di malessere, specifici per la sostanza d'abuso, associati ad aspetti emotivi di
tipo depressivo, quali: anedonia, apatia, disforia ed irritabilità.
La fase astinenziale, con le sue caratteristiche motivazionali avversive, conduce rapidamente alla successiva fase,
d'appetizione compulsiva, il craving per la sostanza d'abuso. Tali fenomeni assumono un andamento ciclico, spiraliforme se
s'introduce la variabile tempo, da cui è ovviamente difficile uscire (65-67). In tale ottica, in accordo con lla definizione
fornita dagli esperti della World Health Organization, si può sostenere che le dipendenze patologiche da sostanze sono da
considerarsi alla stregua di una patologia cronica recidivante.
Gli effetti motivazionali dell'astinenza da sostanze possono coinvolgere i substrati neuronali ed i meccanismi neuro-
farmacologici, dello stesso sistema neurale, implicato negli effetti di rinforzo positivo delle droghe d'abuso. Recenti studi
hanno utilizzato la tecnica della auto-stimolazione intra-cranica, per misurare la soglia di gratificazione, nel corso della
dipendenza. Queste osservazioni hanno evidenziato che le soglie di gratificazione si sono alzate (cioè la capacità di
gratificazione è diminuita) in seguito alla somministrazione in cronico di tutte le principali droghe d'abuso, inclusi gli
oppiacei, gli psico-stimolanti, l'etanolo e la nicotina. Questi effetti, probabilmente, riflettono i cambiamenti indotti
nell'attività del sistema meso-cortico-limbico, implicato negli effetti di rinforzo positivo delle droghe d'abuso, con durate
variabili, in rapporto alle specifiche sostanze assunte ed alle loro dosi (68-70). I meccanismi neuro-adattivi, che
riflettono i cambiamenti indotti sulla soglia di gratificazione, possono essere i cambiamenti neurochimici, associati agli
stessi neuro-trasmettitori implicati nella fase di rinforzo positivo acuto, indotto dalle droghe (71). Esempi di questi
eventi neuro-chimici, adattivi ed omeostatici, possono essere:
· la riduzione del tono dopaminergico e serotoninergico nel NAc, durante la fase d'astinenza, così com'è possibile misurarlo
mediante microdialisi in vivo (69-72);
· l'aumento della sensitività dei recettori per gli oppiacei e dei relati meccanismi di trasduzione del segnale nel NAc,
durante l'astinenza da oppiacei (73);
· la riduzione del tono GABAergico, con aumento della trasmissione glutammatergica, durante l'astinenza da etanolo (74-75);
· le differenti variazioni regionali di sensitività recettoriale nicotinica (76).
Un altro, non meno importante, meccanismo d'adattamento alla somministrazione ripetuta di droghe d'abuso, che potrebbe non
essere direttamente coinvolto nei circuiti della gratificazione, è rappresentato dall'attivazione del sistema cerebro-
pituitario di risposta allo stress. L'asse ipofisi-surrenalico è attivato nell'uomo durante la dipendenza da droghe e,
soprattutto, nella fase d'astinenza, con alterazioni funzionali prolungate nel tempo, che possono persistere anche dopo aver
tecnicamente superato la fase d'astinenza acuta, propriamente detta (77). Il Corticotropin-Releasing Factor (CRF) sembra
svolgere complesse funzioni di neuro-modulazione, a livello del SNC, anche fuori del classico asse ipofisi-surrenalico. Il
CRF risulta attivato durante la fase acuta d'astinenza da cocaina, oppiacei, etanolo e tetra-idro-cannabinolo, probabilmente
mediando alcuni aspetti comportamentali dello stress associato all'astinenza (78). In particolare, i livelli extra-cellulari
di CRF, nella regione del nucleo centrale dell'amigdala, risultano elevati durante l'astinenza da droghe d'abuso, quali
etanolo, cocaina e tetra-idro-cannabinolo. In sintesi, diversi neuro-trasmettitori e neuro-modulatori risultano implicati
negli effetti motivazionali ed astinenziali, indotti dalle droghe d'abuso. In fase astinenziale, i livelli dopaminergici,
endorfinergici, serotoninergici e GABAergici risultano ridotti, mentre i livelli intracerebrali del CRF, soprattutto a
livello meso-cortico-limbico ed amigdaloideo, risultano elevati.
A cura del dr. Vincenzo Manna