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La discoteca dell'alcol proibito "Qui ci sballiamo col chinotto"

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Sono le dieci di sera e il chinotto scorre a fiumi, nella discoteca Myspace di Goito. Gli organizzatori ne hanno comprato due pacchi da trentasei lattine. E per l' inaugurazione della stagione 2009-2010, hanno voluto esagerare: due casse di acqua minerale, dieci di coca cola, due di aranciata, due di lemonsoda e sei da tè, equamente divise tra limone e pesca. Anche il crodino ha la sua rappresentanza: uno scatolone. Infine, una cassa di Schweppes. Ma non c' è il gin per farci un gin tonic. Il bar più vicino è a quasi un chilometro. Qui, invece, nella prima discoteca analcolica d' Italia, tutto ciò che ha una gradazione è assolutamente bandito. L' ha lanciata Massimo Giannachi. A 27 anni s' è lasciato alle spalle l' oratorio, ha fondato un' associazione, "I Saturnali" e ora vuole esportare ovunque il suo modello, un divertimentificio che regge a qualsiasi prova del palloncino: «Quest' anno partiremo con la stagione anche a Suzzara e Villafranca, nel Veronese. Abbiamo in programma ventiquattro seratee ogni volta calcoliamo un' affluenza di cinquecento ragazzi». Il locale da dove è partito tutto è un capannone di trecentocinquanta metri quadrati messo a disposizione dal Comune nella zona artigianale del paese lombardo che s'impara a scuola per la sua epica battaglia risorgimentale. Globo, luci stroboscopiche, consolle, fumo, musica ad alto volume: dentro è una discoteca come tante altre. Ma davanti ai cancelli, ieri sera, prima dell' inaugurazione, a scalpitare per entrare, nervose sui loro tacchi numero 12, c' erano Sandy, Silvia e Melissa che insieme non fanno 45 anni. La più piccola ne ha tredici. «Per me è la prima volta, non vedevo l' ora», dice. Ha appena compiuto l' età minima per mettere piede in questo tempio del divertimento moderato riservato agli under 18. In vita sua, giura, non ha mai toccato un goccio d' alcol. La sua amica, Silvia, che frequenta l' istituto d' arte, invece sì: «È stato il giorno del mio compleanno, due anni fa. Una sbronza, ma da allora sono astenia». Però fuma: «Ho iniziato perché sono stressata». Fuori, lungo lo stradone che porta alle fabbriche, ci sono i genitori che aspettano l' apertura con i loro figli in Suv. «Hanno detto che qui è sicuro ma sono preoccupata lo stesso», dice mamma Patrizia Cancellieri, arrivata da Marmirolo, un paese vicino, per accompagnare la figlia quattordicenne. Quando aprono i cancelli una folla di ragazzini si trascina verso la cassa, nove euro il biglietto se non hai la tessera. Sul tardi, invece, si fanno vivi, con aria sprezzante e divertita, quelli che considerano la disco senza sballo una bambinata: i liquori ce li hanno in macchina. «Sì, ci snobbano - ammette Alfredo, pierre quindicenne - ma poi alla fine vengono». Ma l' alcol lo lasciano fuori: dentro tutto è rigidamente controllato, ci sono persino i carabinieri e la croce rossa. «La sicurezza è garantita dalla costante presenza delle forze dell' ordine», scandisce l' assessore alle politiche del Comune Marco Zampriolo, di centrodestra. Per l' assessore provinciale Fausto Banzi, invece, è l' esempio da contrapporre al proibizionismo della Moratti a Milano: «Se si reprime soltanto senza dare servizi ai giovani non serve a niente. Qui, invece, tutti si divertono in maniera sana». D' accordo, ma la trasgressione? «Abbiamo coniato un motto: noi non seguiamo la moda ma la creiamo - risponde Giannachi, l' organizzatore - se riusciamo a far diventare di tendenza questo tipo di divertimento, i ragazzi possono fare a meno di bere e di andarsi a schiantare sulle strade. Quelli che vengono qui magari non hanno la patente però lo scooter lo guidano. Se si riesce a responsabilizzarli ora che sono minorenni quando saranno adulti saranno già vaccinati».