La droga si combatte con le favole. Parola di Federico Moccia
droga tossicodipendenza alcolismo comunita'
di Virginia Perini
"Signore visibile della natura visibile (parlo dell'uomo) ha dunque voluto creare il Paradiso con la farmaceutica, con le bevande fermentate simile a un pazzo che ai mobili solidi, ai veri giardini, sostituisce scenari dipinti su tela e montati sui telai".
E' con questa citazione di Charles Baudelaire che si apre il manuale anti-droga dal titolo Il Piccolo principe e il mercante di Carolina Sala, con la prefazione di Federico Moccia. Lei si è laureata in filosofia con Giulio Giorello con una tesi sulle tossicodipendenze, un argomento sempre più d'attualità. Conosce molto bene i giovani dato che ha lavorato per dieci anni come educatrice al carcere minorile Beccaria di Milano. Oggi è direttrice del centro di aggregazione ludico, artistico e culturale Principi e fate e non ha dubbi: la droga si combatte con le favole. In che senso. "Dietro un'affermazione che può sembrare semplicistica si cela una riflessione profonda - spiega ad Affari l'autrice - perché si capisca realmente quello che si perde modificando il proprio stato mentale utilizzando droghe non servono parole complesse o punizioni, ma parabole che spieghino in modo semplice e diretto i rischi a cui si va incontro".
"Ho utilizzato due personaggi, il Piccolo Principe e il mercante che rappresentano rispettivamente il giovane curioso e l'adulto tentatore. La domanda di fondo è prettamente filosofica e riguarda la libertà. Con quale gesto si è più liberi: prendere un farmaco per sedare la sete o iniziare un percorso verso la fontana anchè se è lontana? Da qui si apre un ampio discorso che tocca individuo e società".
Del resto la ricerca di una realtà altra, vera o rarefatta che sia, è stata protagonista della vita e degli scritti di molti letterati/ pensatori del nostro e dei secoli scorsi. E sottende molte domande 'filosofiche'. Gautier, Boissard, Kant e Balzac, oltre allo stesso Baudelaire. E' noto il debole per la cocaina di Thomas A. Edison, attrici come Eleonora Duse e Sarah Bernhardt, musicisti come Gounod e Massenet, scultori come Rodin, cardinali, politici, medici, e persino due papi Leone XIII e Pio X. Samuel Taylor Coleridge pare facesse uso di varie sostanze. Senza tralasciare il poeta Rimbaud: beveva molto, scriveva poesie in giovane età, e si distruggeva come molti musicisti di jazz che usavano la droga. Anche Verlaine beveva. La coppia viaggiò attraverso la Francia, l'Inghilterra e il Belgio, scioccando la sensibilità sociale dappertutto, Rimbaud era imprevedibile e entrambi usavano droghe. Dopo due anni, le cose giunsero all'apice quando Verlaine sparò a Rimbaud, ferendolo a un polso. Verlaine andò in prigione per due anni, ma la sua ossessione per Rimbaud continuò per il resto della sua vita.
Ma torniamo a Carolina Sala: "Certo la fiaba è il punto di partenza, poi ci sono i dati e la documentazione, il rigore scientifico insomma. Il manuale è uno studio innovativo pensato appositamente per ragazzi dai 6 ai 30 anni di età, ma anche per i loro genitori e per gli educatori/insegnanti che hanno voglia di semplificarsi la vita. E' ricco di nozioni storiche, epistemologiche, psicologiche, pedagogiche, farmacologiche, mediche/analitiche e parte dal presupposto che le droghe hanno l'età dell'uomo. Senza puntare il dito sul problema, ma descrivendo delle situazioni, spiegandone gli effetti e raccontando delle storie".
La filosofia? "Mi ha accompagnato in tutto il percorso. E' un libro storico e filosofico oltre che medico/scientifico. Supportato dai grandi classici del tema come Psicologia sociale della responsabilità. Giustizia, politica, etica e altri scenari di Adriano Zamperini, Droghe. Tossicofilie e tossicodipendenza di Salvini e Zamperini, La diagnosi nei disturbi da uso di sostanze di Lucchini.
E Federico Moccia? "E' una persona squisita. E' stato entusiasta di contribuire a questo lavoro e io lo sono che lui lo abbia fatto. Ama i giovani davvero e questo è bellissimo".
Carolina Sala